Manca una settimana al mio arrivo a Torino per il progetto ‘Adotta uno scrittore’, con la 5D della Pietro Baricco.
Provo ad immaginare come sarà la mia classe…
Come ogni volta prima dell’incontro sento quella vocina nella testa che sibila: “Ce la farò?”
Sono persa tra i miei pensieri quando ricevo un audio su WhatsApp dalla maestra: una ventina di bambini e bambine gridano in coro “Grazieeeeeee!!!”
Mi dicono che il mio libro, ‘Uma del Mondo di Sotto’, gli è piaciuto tantissimo.
C’è chi l’ha letto in un’ora, chi l’ha letto più di una volta e chi -la maggior parte- non aveva mai visto un libro così in vita sua. Così diverso da quelli a cui sono abituati a scuola…un fumetto!
Provo ad immaginare come sarà la mia classe. Quella vocina nella testa esulta: “Non vedo l’ora”.

• Il grande giorno è arrivato.
Non faccio nemmeno in tempo ad entrare in classe che mi hanno già riempita di saluti, abbracci, domande, disegni!
Io ho la lacrima facile, ma faccio finta di niente e mi concentro su altro.
Cerco di imparare i loro nomi, le attitudini, i legami.
Li studio e mi lascio studiare.
Intanto ripeto il mio mantra per queste occasioni, che fa sù per giù così: “Marta, ricordati com’eri”.

Mi ricordo.
Mi ricordo che c’è una cosa che quasi tutti hanno in comune a quell’età: iniziano ad amare la lettura.
Più precisamente, iniziano a scegliere i LORO libri, i loro gusti, i loro generi preferiti. Iniziano a capire (citando Pennac, che la sa decisamente più lunga della sottoscritta), che ‘leggere non è un compito, leggere è una gioia.’ Forse crescendo lo dimenticheranno? Questo non so dirlo, ma per ora la lettura è entrata a far parte delle loro giornate, dei loro discorsi e punti di riferimento. Non so se vi ricordate quel momento lì.
Io sì, perché è stata una rivoluzione.

• Inizio a raccontagli di me; del mio universo creativo e di cosa significa fare questo lavoro ai loro occhi tanto surreale. Gli dico che se ho iniziato a scrivere è proprio perché ero una fervida lettrice, le storie sono da sempre la mia cosa preferita. Se a fumetti poi, ancora meglio! Si alzano le prime mani: “Ma… come si fa a farsi venire le idee per le storie? E poi, io non so disegnare!”
Eccolo, il grande classico, IL momento… Quello in cui loro vorrebbero la formula magica e io devo trovare un modo carino per dirgli che non esiste. “Ricordati com’eri. Ricordati com’eri. Ricordati com’eri.”

Provo a spiegargli che ognuno di noi ha dentro di sé delle storie da raccontare; che partendo dalla vita di tutti i giorni possiamo dare nuovi significati e nuove forme a quello che conosciamo.
Possiamo mischiare la realtà alla magia; possiamo usare la fantasia per raccontare ed affrontare le cose brutte che ci capitano, oppure per far accadere quelle che nella realtà ci sembrano impossibili.
Le idee, le storie, sono ovunque.
Avremo modo di scoprirlo grazie al laboratorio a fumetti ispirato al mio libro, tema: i desideri.

• La protagonista del mio libro, Uma, è una bambina della loro età che cerca disperatamente di ritrovare la sua famiglia. Un giorno, grazie alla scoperta di un pozzo magico, si ritrova in mondo fantastico dove potrà desiderare tutto ciò che vuole. La faccenda chiaramente le sfugge di mano, creando una serie di conseguenze disastrose.
Uma ha capito come funzionano le cose e anche loro: bisogna stare molto attenti a ciò che desideriamo… È altrettanto vero però che i desideri sono territorio indiscusso dei bambini, per questo li invito ad osare.
Ogni idea è valida, ogni emozione è lecita, non c’è giusto o sbagliato, ne un desiderio più bello o più brutto.
In risposta ad una realtà che ci vuole tutti uguali e sempre perfetti, dico loro che per oggi l’unica regola sarà essere indiscutibilmente se stessi.
(Forse è solo di questo che hanno bisogno? Perché, guarda un po’, sembrano improvvisamente più rilassati!)
Iniziano a scrivere e disegnare, in classe si passa da momenti di silenzio tombale a risate euforiche e vulcaniche. Molti si sono lasciati andare con la fantasia: c’è un re potentissimo fatto di fiamme e un altro che
è il più veloce in assoluto. C’è chi desidera essere la persona più divertente del mondo, chi vorrebbe avere il controllo del tempo e chi la capacità di trasformarsi in tutti gli animali che esistono.
Altri hanno preferito parlare delle loro emozioni: chi vorrebbe ricevere le stesse attenzioni del suo fratellino, o essere amica di tutti, oppure ritrovare il proprio cane e non perderlo mai più. C’è chi desidera la pace, ricostruire il mondo senza inquinamento e senza persone che fanno del male… e crede che possa avverarsi, anche se richiede molto tempo.
Infine c’è anche chi -messo di fronte all’infinita gamma di possibilità- desidera un iPhone XR. E mi sento di dire che va bene così. Proviamo a chiederci perché, invece di giudicare.
Torno a casa con il cuore pieno, onorata di averli accompagnati per un po’ in questo momento così importante della scoperta del sé; in cui iniziano a capire che leggere non serve soltanto ad imparare qualcosa o a prendere un bel voto, ma soprattutto a conoscersi.
Spero di averli aiutati a scoprire che leggere è una forma di rigenerazione; come andare al mare o in bici.
E che la scrittura può esserlo altrettanto, senza per forza dover diventare i ‘più bravi’ o i ‘più
famosi.’ Per cui, classe 5D della Pietro Baricco, se avete letto fin qui, queste ultime righe sono per voi: è
stato bellissimo ❤
Spero che qualsiasi cosa decidiate di fare nella vita, la farete con questo stesso spirito. Non dimenticate mai il bambino e la bambina che siete stati. Può sembrare una frase fatta, ma per me è davvero questo il senso di tutto.

Marta Baroni

Leggi anche il racconto dei ragazzi della 5D della scuola elementare Pietro Baricco di Torino