“Poesie creaturali” è una raccolta di poesie che abbraccia circa 20 anni di scrittura poetica dell’autore Tiziano Fratus.

Oggi in un piccola oasi verde isolata  dal traffico urbano di Torino, si è svolta una conferenza durante la quale si sono trattati i principali temi delle sue poesie.

Il libro è rappresentato da una  copertina con un ciclamino bianco che rimanda all’eleganza e alla semplicità delle poesie dell’autore:  versi liberi,  senza l’uso di rime e di punteggiatura,  dalla forma in foglie che aggiunge poesia alla versi.

Il contenuto dei componimenti è molto profondo ed ermetico. A volte talmente tanto da mettere alla prova il lettore, in una sorta di sfida, nel riuscire  a comprendere le intenzioni dell’autore.

I principali temi affrontati sono due: le nature e i rapporti umani.

L’autore tratta di natura al plurale, poiché  secondo lui ne esistono di diversi tipi. Quella selvaggia, ma presente ormai solo in poche aree del mondo come in Amazzonia. E quella ibrida cioè contaminata dall’uomo.

Fratus –  per trattare dei rapporti umani  – prende soprattutto ispirazione dalle sue esperienze personali e dalle storie che gravitano intorno alle sue conoscenze.Raccontando così, attraverso versi ricchi di sentimenti forti, i vari rapporti familiari.

Le relazioni tra padri e figlie,  il comportamento delle non-madri – cioè di giovani ragazze diventate genitori solo per assecondare la convenzione delle  usanze, la razza dell’uomo. L’autore definisce quest’ultima come una “razza ponte”,  in grado cioè di far nascere qualcosa che riuscirà a sostituirci: l’intelligenza artificiale per esempio.

Infine si sofferma sul tema  dell’amore che rende deboli.

“La mia penitenza è la mia debolezza”  è la frase che racchiude questo pensiero: quando si ama qualcuno si diventa vulnerabili concedendo tutta l’interiorità, paure e sogni   a coloro che si amano.

Senza filtri, senza paracadute.

“Un bosco in versi” è la sintesi perfetta di un equilibrio naturale e stupefacente che racchiude parole, emozioni e la meraviglia di uno spettatore davanti alla bellezza ideale di un paesaggio.

Matilde Manca

Liceo scientifico Copernico