“Grazie all’amicizia e al coraggio possiamo superare i momenti difficili”.
Questa è la frase-guida del nuovo libro di Eliana Canova “Ho visto i lupi da vicino” (Piemme), vincitore del premio letterario Battello a Vapore 2018. I protagonisti sono Karl, rom austriaco dallo spiccato talento per il violino, Emma, ebrea italiana con l’enorme passione per il disegno ed Eisen, il più temuto cane-lupo delle SS che, nonostante le iniziali tensioni, stringerà un forte rapporto di fiducia con Karl. Sono tre personaggi con caratteristiche estremamente diverse, ma sono insieme nel posto peggiore che si possa immaginare, il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Da lì in poi l’unico modo per sopravvivere più a lungo possibile è farsi rispettare e non mostrarsi deboli: Karl diventa il guardiano dei cani, Emma la ritrattista dello Zigeunerlager, il luogo dove sono raggruppati i sinti e dove avverrà il Porrajmos, lo sterminio conseguente alla rivolta contro il loro trasferimento forzato. Entrambi i ragazzini sanno che, se usciranno vivi da quell’inferno, non saranno più gli stessi per tutta la vita.
L’autrice ha trovato l’ispirazione per la stesura di questo libro dopo aver visto l’immagine di un cane soldato delle SS e dopo avere conosciuto la storia del popolo dei Sinti; in seguito, durante un suo viaggio nel tristemente celebre campo di lavoro ha visitato la sede dalla Hundestaffel, l’unità cinofila nazista e, affascinata e incuriosita, ha scelto di raccontare la storia di questa rivolta e del genocidio degli zingari che spesso passa in secondo piano.
Questo romanzo è una storia di amicizia, di amore, di fiducia, di coraggio; tutti dovremmo imparare che questi orrori non devono più avvenire, che per superare situazioni complicate non bisogna sempre combattere da soli e soprattutto che non bisogna mai dimenticare.
Sara Pistarino, scuola media Peyron, redazione Fuorilegge.
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