Tatiana Bucci, una delle ultime sopravvissute all’Olocausto, ha avuto la possibilità di offrire la sua tragica testimonianza di deportazione nella sala Oro del Salone. La sua storia ha inizio nel 1944 quando un gruppo di soldati nazisti fa irruzione nella sua casa a Fiume, nell’attuale Croazia. Dopo aver trascorso qualche giorno nella Risiera di San Sabba a Trieste, caricata in un vagone bestiame il 4 aprile 1944 viene trasferita insieme alla sorella Andra e la madre nel campo di sterminio di Birkenau. Lì, trascorreranno i successivi 10 mesi subendo le peggiori atrocità, quali la fame, il freddo e la violenza fisica e verbale. Particolarmente drammatico l’episodio che racconta la storia di 20 bambini all’interno del campo a cui venne data la possibilità di ricongiungersi alle proprie madri. In realtà, il gruppo era destinato ai terribili esperimenti del dottor Mengele, noto per aver testato le sue teorie scientifiche sui bambini, in particolare sui gemelli, che venivano mutilati e barbaramente uccisi. Tatiana Bucci ha affermato che, in seguito alla sua esperienza nei lager nazisti, ha temuto a lungo tutti coloro che parlassero la lingua tedesca, imparando col tempo a distinguere i nazisti dai tedeschi, separando i colpevoli dagli innocenti. Si è dimostrata però critica nei confronti del nostro Paese per non aver dato la giusta importanza al ricordo di ciò che è stato, a differenza della Germania. Nonostante tutto, rimane positiva e speranzosa concludendo con una frase ricca di significato: “La vita è bella”.

Camilla Frara, Mark Marianello. Liceo Grigoletti, Pordenone.