Cosa cambierà nel nostro Paese dopo il 26 maggio?
Questa è stata la domanda cardine attorno alla quale si è sviluppato l’incontro di oggi -10 maggio 2019 presso la Sala Blu, padiglione 2- che ha visto come protagonisti Carlo Tamburini, Maurizio Molinari, Virman Cusenza, Luciano Fontana e Carlo Verdelli, direttori di cinque tra i più importanti giornali italiani: “IL Sole 24 ore”, “La Stampa”, “Il Messaggero”, “Corriere della Sera” e “la Repubblica”.
Il profilo che viene delineato è quello di una votazione che probabilmente cambierà anche il volto del nostro governo e che aggraverà i rapporti tra i due partiti a comando. Qual è l’Europa che vogliamo e quali saranno i cambiamenti? Tamburini afferma che effettivamente ci troviamo alla vigilia di un mutamento nel nostro sistema, che il direttore reputa già in atto a prescindere da quelli che saranno i risultati delle elezioni: “L’Italia è già nelle condizioni per affrontare alcuni cambiamenti, basta dare un’occhiata agli ultimi casi di cronaca politica e al livello di debito dello Stato”.
Un altro aspetto del nostro Paese su cui ci si è concentrati risiede nell’incertezza e nell’inconsapevolezza del voto del cittadino: “Il nostro Paese si trova in una condizione di tribalismo e fluidità” dichiara Molinari, “le proteste di qualsiasi genere continuano, dalla disuguaglianza economica all’immigrazione clandestina. Viviamo in un paese dove i cittadini non hanno convinzioni stabili ma cambiano opinione con una velocità record”.
Ogni singolo voto è parte integrante di un cambiamento collettivo. Per questo motivo è importante essere cittadini consapevoli e ben informati, distanti dalle influenze che mirano a condizionare l’opinione pubblica: l’appello risiede nel ritorno alla lettura dei libri che più hanno segnato la nostra società e di tutti quegli strumenti che ci permettono di mantenere uno sguardo critico sulla realtà.
Isabella Greghi ed Alice Miraglia, Liceo Ariosto
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