La neve cade su Buenos Aires, da un cielo scuro, nero profondo. Ma non è affatto quella neve leggera che vediamo a Natale, che ci porta gioia, quella che associamo a un’immagine di purezza e serenità. Questa è la neve con cui si apre El Eternauta, capolavoro della fumettistica mondiale del ‘900, e anticipa un periodo di oppressione, soprusi, violenze inenarrabili, lo stesso periodo che porterà alla scomparsa di Hector Germàn Oesterheld – creatore di questo racconto straordinario – e alla distruzione della sua famiglia. L’Argentino, autore di un consistentissimo numero di storie a fumetti, dà vita alla più colossale di tutte nel 1957, raccontando metaforicamente la vita nel suo Paese sotto la dittatura, l’arrivo della quale è rappresentato appunto dalla neve. José Munoz, che ha collaborato alla grafica dell’Eternauta per una sessantina di pagine, ci ha raccontato dei battibecchi avuti con l’illustratore capo Francisco Solano Lopez riguardo all’aspetto più adatto da dare ai fiocchi sopra la città: Munoz li avrebbe voluti tondeggianti, come palle da biliardo, mentre Solano li preferì ruvidi, porosi, irregolari, insomma “scomodi” come quella realtà che rappresentavano. In occasione dell’uscita del libro Gli Oesterheld, sulla lotta di questa famiglia nel suddetto tragico periodo, tanto Munoz quanto Vittorio Giacopini hanno reso omaggio al fumettista, raccontando aneddoti e ponendo l’accento sull’incredibile capacità di espressione che possiede una storia narrata con l’aiuto delle tavole, convinti che nel ‘900 fosse questa un’alternativa molto seria alla letteratura. Alla mia domanda sulla forza di impatto di un fumetto rispetto ad un romanzo nel trattare tematiche “scomode” e delicate, Munoz afferma che, certo, tutto dipende dal talento di chi se ne occupa, ma nel tenere in mano la china, nel disegnare i tratti che daranno vita a quelle storie angosciose e immergerli nel nero ci si immedesima a tal punto che sembra impossibile non trasmetterne la profondità al lettore. E lo dice in modo così ispirato e appassionato che mi convince, benché io non abbia la minima esperienza di fumetti e ne conosca pochissimi. Dopotutto, El Eternauta continua ad essere letto da appassionati di diverse età, da più di 60 anni.

Silvia Bracco, Liceo Alfieri