Chi sono i maestri? Dubbio, contraddizione e incertezza. Queste sono le parole chiave che Gustavo Zagrebelsky individua come aspetti caratterizzanti la figura del buon maestro nel suo nuovo libro “Mai più senza maestri”, un viaggio intellettuale e filosofico che ricostruisce il ruolo sempre più ambiguo e criticato dei maestri d’oggi. Nel descrivere l’importanza storica e culturale di questa figura, Zagrebelsky delinea i tratti principali della società attuale, spesso contraddistinta da coppie di opposti (scetticismo e acriticità, complessità e semplificazione, verità assoluta e continua scoperta), interrogandosi sulla responsabilità che i maestri di ieri e di oggi hanno avuto e hanno ancora nei confronti della collettività.
Il libro tratta anche il rapporto tra Dio e la conoscenza umana: essa si limita spesso ad un pensiero lineare ed individualista, la Bibbia invece, “bassorilievo dell’umanità”, sottolinea la pluralità delle interpretazioni della parola dell’Eterno.
Pertanto il costituzionalista ritine la cultura “un fenomeno non individuale, ma collettivo” in cui il maestro è “l’eroe della democrazia critica”, “colui che crea una comunità di impegno conoscitivo e civile”, “colui che porta dei modi diversi da quelli consueti di vedere la realtà”.

 

Margherita Baldazzi e Desiree Bindini