A 100 anni dalla nascita di Primo Levi, uno dei più grandi autori del Novecento, si è tenuto oggi al Salone un incontro in suo onore. Nato nel luglio del 1919, a soli 24 anni l’autore torinese viene catapultato nell’ambiente più ostile mai creato dall’uomo per la sua stessa distruzione: il campo di concentramento. Come hanno ripetutamente sottolineato sia l’autore in passato che i partecipanti alla sua commemorazione “le incredibili e disumane storie raccontate in questi libri sono autentiche e realmente accadute, non fantascienza”.
All’incontro sono intervenuti diversi scrittori, i quali hanno approfondito i differenti aspetti e le numerose sfaccettature dell’autore e della sua produzione. Uno di questi, Marco Malvaldi, si è soffermato in particolare ne “Il sistema periodico”, opera che fonde le due personalità di Levi, scrittore e chimico. Telmo Pievani rimanendo sul tema ha anche sottolineato la capacità di anticipazione tecnologica che possedeva l’autore, oltre alle sue conoscenze sulla teoria dell’evoluzione, che l’avevano portato alla convinzione secondo sui la causa delle scelte che facciamo non è in alcun modo da legare alla natura, ma solo a noi stessi. Ha poi preso parola Tommaso Pincio, che parlando di Levi ha sottolineato il suo grandissimo lato umano, facendo riferimento alla sua opera più famosa “Se questo è un uomo”. Wlodek Goldkorn ha poi confutato la famosa citazione dell’autore “sono uno scrittore non scrittore” affermando che “Primo Levi non è uno scrittore perché gli è capitato Auschwitz, ma è uno scrittore a cui è capitata una tragedia”. Le sue opere, infatti, non sono solo una testimonianza, ma veri e propri romanzi, dove emergono le evidenti capacità di scrittura di Levi. A seguire è intervenuta Helena Janeczeck, scrittrice figlia di genitori sopravvissuti all’Olocausto, che ha approvato la presa di posizione iniziale di Halina Birenbaum, ultima sopravvissuta di Auschwitz, di non presentarsi al Salone a causa della presenza di una casa editrice legata a Casa Pound, ma poi ritirata con l’esclusione della stessa da parte del direttivo del Salone. L’ultimo a parlare è stato Ernesto Ferrero, critico letterario, che si è occupato della prima pubblicazione dell’opera dell’autore “La tregua” per conto di Einaudi e che l’ha conosciuto di persona, ricordando come Primo Levi fosse un uomo geniale e come sia riuscito a non rimanere inerme davanti alle atrocità, ma anzi, a raccontare quel dramma e a far conoscere all’umanità ciò che noi umani siamo stati capaci di fare a noi stessi.
Maria Martina Bumbu, Gaia Vianello – liceo Grigoletti di Pordenone
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