Presso la Sala Oro del Salone del Libro di Torino, Massimo Recalcati presenta il suo ultimo libro “La notte del Getsemani”. Questo passo dei Vangeli viene analizzata dallo psicoanalista in quanto, a differenza degli altri episodi evangelici, “non si ha a che fare con Dio, ma con la dimensione dell’uomo, l’esperienza umana dell’abbandono e la presenza sempre più incombente della fine”. Infatti, l’autore, ospite di questa mattina, porta come esempio le due diverse preghiere che Gesù rivolge a Dio sul Monte degli Ulivi: la prima assume la forma di supplica dato che Cristo chiede esplicitamente di fare un’eccezione, risparmiandogli la vita; la seconda, invece, è la preghiera del disarmo, con la quale Gesù afferma di assumersi tutte le conseguenze per rimanere fedele al proprio destino.

Sviscerando le tematiche principali del suo romanzo, Recalcati si è concentrato sul tema del tradimento, definendolo come un concetto totalmente diverso dall’inganno in quanto il primo non implica solo un vantaggio per chi tradisce, ma si fonda anche su un patto tra traditore e tradito. Il traditore per antonomasia è Giuda, il quale rompe questo rapporto d’amore sentendosi deluso dal fatto che il proprio maestro non abbia deciso di contrastare la dominazione romana. Spesso però si trascura la figura di Pietro, quando invece anche lui rinnega Cristo, nonostante fosse il discepolo prediletto. Il suo errore principale è stato quello di non considerare che anche nei rapporti di ammirazione più profonda può esserci spazio per i dubbi e le contraddizioni. Tuttavia, le differenze fra i due apostoli si manifestano nell’effetto che su di loro ha avuto l’azione del tradimento: Giuda si suicida impiccandosi, mentre Pietro dimostra il suo amore piangendo la morte del Messia.
L’ultimo tema affrontato durante la conferenza di Recalcati corrisponde alla solitudine, soprattutto a quella provata da Gesù durante la veglia al Getsemani. “I discepoli non sono in grado di rimanere svegli”, afferma lo psicoanalista, “poichè gli è difficile vedere la fragilità del loro maestro e preferiscono coltivarne nel sonno la grandezza”.

Alice Libera Donno e Beatrice Manicone
Liceo Grigoletti di Pordenone