“Non sarai tu a salvare il mondo, ma sarai lì a sostenere chi lo fa” è forse il miglior modo di descrivere la figura di Penelope raccontata da Caterina Bonvicini nella rivisitazione di “Eroidi”, la famosa raccolta delle epistole scritte dalle grandi donne della classicità greca. “Le nuove Eroidi”, libro della casa editrice HarperCollins in uscita questo autunno, propone una versione rimodernizzata di queste lettere, ognuna delle quali è stata presentata individualmente attraverso la lettura da parte delle autrici.

La Penelope contemporanea sostituisce il marito diventando lei la viaggiatrice: è infatti la cuoca su un veliero di Open Arms, un’organizzazione che si occupa di salvare i migranti che cercano di raggiungere l’Europa in mare. Lascia il marito Odisseo e la casa con un semplice biglietto attaccato al frigo di cinque semplici parole, ma una volta arrivata sulla nave, sentendosi in colpa per la brevità del messaggio, decide di scrivere una lettera per spiegare meglio la situazione.

A spingerla a scrivere questa lettera è anche la paura di non ritornare a casa, in quanto lei stessa descrive il suo come un viaggio per andare avanti e non per tornare indietro. Lei stessa ci rivela come  quanto si sia sentita inesperta e insicura di fronte ad una situazione di tale portata, ma che il suo entusiasmo e il suo altruismo siano stati ciò che l’ha portata avanti e le ha permesso di non dubitare delle sue scelte.

Un messaggio forte e positivo quello che emerge dalle parole dell’autrice, ma difficile da identificare è il collegamento tra questa e la storia classica del personaggio.

Eleonora Liberti

Liceo Classico Vittorio Alfieri