La curiosità si era fatta grande. Prima avevo annunciato che sì, avremmo adottato uno scrittore; poi ognuno aveva ricevuto in dono il suo ultimo libro che profumavano di nuovo, l’avevamo letto cercando di catturare dalle sue parole qualsiasi indizio ci aiutasse a conoscerla un poco; ma niente da fare volevamo vederla, quasi increduli che una scrittrice in carne e ossa si sarebbe interessata a noi. E finalmente il giorno è arrivato. Primo incontro, tutti un po’ imbarazzati, ci aspettavamo una presenza imponente, un oracolo della letteratura e invece davanti a noi avevamo quanto di più normale potessimo immaginare. Ha iniziato a raccontarci la storia del suo libro e subito ci siamo resi conto che lei, non solo scrive i libri, ma ne cura ogni particolare in quanto editor e direttrice di casa editrice. Piano piano i ragazzi sono entrati in questo mondo sconosciuto, possibile scenario lavorativo per qualche appassionato, ma non hanno neanche avuto il tempo di pensare che forse quell’esperienza non li avrebbe alla fine intimamente toccati che lei, Beatrice, già li aveva portati dentro il meccanismo. Come? Nel modo più semplice possibile: ha detto loro di fare come esattamente aveva fatto lei con il suo libro.
Lei avrebbe trattato i loro testi come i copioni dei libri che quotidianamente riceve e legge. Caspita, mica tutti i giorni ti capita di scrivere come se fossi un giovane alle prime armi che riceve il giudizio di chi, da anni, pubblica libri!
I ragazzi si sono messi, hanno inviato e, nell’ultimo incontro, finalmente Beatrice ci è apparsa nella sua essenza : lei con le parole. E’ stato bellissimo, si è creata come una magia. Parole, proiettate su una Lim che improvvisamente non erano più solo il foglio di Luca, Federica, Marco o Marika: erano diventate il testo, lo scrivere.
Bellissimo il lessico: asciughiamo, restringiamo, occhio al suono, al superfluo, le virgole, i puntini. Tutto era proposto con quell’autorevolezza che non vuole marcare la sua superiorità, ma insegnarti come meglio si può fare. E se da un lato accoglie con rispetto quello che hai creato, ti fa anche chiaramente capire che la strada dello scrivere ha le sue regole e che la devi percorrere, se è là che vuoi arrivare.
Grazie, Beatrice!
Lorella Suppo, professoressa referente del progetto
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