Mercoledì 18 settembre si è ufficialmente aperta la 20esima edizione di Pordenone Legge con l’inaugurazione tenutasi al Teatro Verdi alle ore 18.30 con la partecipazione del famoso scrittore spagnolo Javier Cercas, già noto in città grazie al Dedica Festival 2013 e all’omaggio Crédit Agricole FriulAdria “La storia in un romanzo”, vinto nel 2016.
Dopo i ringraziamenti portati dal sindaco Ciriani e dall’assessora alla cultura Gibelli, Alberto Garlini ha introdotto l’incontro affermando che l’autore avrebbe parlato da lettore, confermando che Pordenone Legge permette di confrontarsi in modo “diretto e non filtrato con lo scrittore”.
Anche all’inaugurazione il contatto è risultato più coinvolgente dal momento che l’autore afferma di parlare “italiano ma in spagnolo”: così Cercas si presenta al pubblico del festival per poi risalire alle origini del genere rivoluzionario del romanzo, che in Spagna ha avuto il suo esordio col capolavoro di Cervantes “Don Chisciotte”.
L’autore ritiene il romanzo un genere misterioso e versatile, lo definisce “il genere dei generi”, dotato di una grande portata innovatrice proprio perchè a suo tempo non apprezzato probabilmente in quanto avente solo due regole: la prima è quella di non avere limitazioni e la seconda di avere l’ironia come elemento cardine del paradosso e delle ambiguità. “Non esiste modernità senza ironia” afferma Cercas “in quanto non esistono verità assolute ma solo visioni poliedriche”: non c’è letteratura senza ambiguità proprio perchè si deve porre un “punto cieco” nella storia, essendo lo scopo del romanziere quello di suscitare domande che richiedono una ricerca, anche se non sempre portano ad una risposta definitiva.
Ciò avviene perchè ogni lettore vive e interpreta in modo personale quello che è raccontato nel romanzo dal momento che, secondo lo stesso Cercas, “l’autore compone solo la metà di un libro, l’altra metà è del lettore”, anche nel caso di “Moby Dick” di Melville e “Il processo” di Kafka, ampiamente discussi durante l’incontro di mercoledì sera. Sono proprio i classici ad essere più profondamente analizzati perchè, anche se tutto il mondo li ha letti, possono continuare ad arricchire dato che i diversi contesti storici forniscono continue nuove interpretazioni e ognuno, rileggendo gli stessi romanzi durante le fasi della propria vita, ha modo di cogliere come variano le proprie riflessioni.
Entrando più nel proprio passato, l’autore ospite ha ammesso di rileggere con una cadenza regolare i libri che più l’hanno segnato, definendo il suo libro ideale come “facile da leggere e difficile da capire”, riprendendo l’importanza di avere un punto cieco all’interno di un racconto, grazie al quale interrogarsi.
L’ultima domanda posta da Garlini ha permesso a Javier Cercas di mettere a fuoco quel momento chiave dal quale la sua lettura si è potuta definire “adulta” e ha deciso di diventare scrittore: ogni autore, infatti, lo diventa “per principio di imitazione” se riesce a trovare un riferimento che sia d’ispirazione ma non irragiungibile.
Lo scrittore saluta il pubblico trasmettendo un messaggio tanto personale quanto universale: cercare nella letteratura le certezze che nella propria vita sono mancate può permettere di renderla più piena.
Alice Donno e Marika Di Pietro
Liceo Grigoletti di Pordenone
Nessun commento
Non ci sono ancora commenti, ma tu potresti essere il primo a scriverne uno.