Il consumo medio pro capite di acqua al giorno è di circa 300 litri, spiegano Emanuele Bompan e Riccardo Pravettoni, geografi  impegnati nella ricerca di dati che riguardano l’oro blu.

Nell’incontro che si è tenuto giovedì 19 settembre al Capitol, grazie alla collaborazione con Fridays For Future Pordenone e HydroGEA, è stato presentato il nuovo manuale “Atlante geopolitico dell’acqua”, un particolare tipo di atlante composto da carte tematiche e infografiche che raccontano una storia.

La scelta di descrivere un fenomeno cosí complesso come può essere quello della distribuzione dell’acqua attraverso sole mappe, è stata giustificata come un modo semplice ed efficace di condensare molte informazioni in un’unica pagina.

L’accesso all’acqua potabile è un diritto umano inalienabile e tutti ne dovrebbero usufruire, ma dei 7.6 miliardi di individui presenti sulla terra, ben 2 miliardi non ne hanno accesso.

Quello che i due geografi hanno voluto sottolineare è la problematica dello stress idrico, un fenomeno che si presenta quando la domanda di acqua è maggiore rispetto alla disponibilità e che sfocia in guerre e conflitti di interessi. Infatti, due tra i conflitti più discussi dei giorni nostri, la guerra in Vietnam e l’ascesa dell’organizzazione terroristica Boko Haram, sono stati causati in gran parte dalla mancanza di acqua. Per quanto riguarda la guerra in Vietnam, è sfociata successivamente alla creazione di 39 dighe lungo il suo corso senza il consenso né delle popolazioni locali né dei paesi confinanti. Di conseguenza si sono creati disagi sia per le persone che si sono trovate al di là della diga senza acqua per irrigare,  sia per coloro i quali si sono visti strappare la terra occupata dalla diga.

Con lo sfruttamento del Lago Ciad è avvenuta una cosa simile, essendo il Lago sul confine naturale tra Ciad, Nigeria, Niger e Camerun: nel momento in cui tutti e quattro gli stati ne hanno fatto la loro principale fonte idrica, esso si è prosciugato lasciando un terreno arido. Quelli che erano stati contadini si sono arruolati nel gruppo criminale Boko Haram vista l’impossibilità di vivere altrimenti.

Un’altro tema riguardante l’acqua che ultimamente viene molto discusso è quello delle bottiglie in plastica di acqua: ci riguarda da vicino, visto che ne siamo il terzo stato consumatore dopo Thailandia e Messico (i quali non hanno completamente accesso ad acqua potabile). Come definito da Bompan e Pravettoni, l’utilizzo di questa modalità di consumo è “un errore di design” e “il modo più costoso per soddisfare la nostra sete” dato che l’acqua in bottiglia costa 1000 volte tanto rispetto a quella del rubinetto.

In conclusione, l’acqua è un bene prezioso e necessario alla vita da non sottovalutare e sprecare come sta avvenendo negli ultimi anni. Dobbiamo quindi a limitare l’acquisto di prodotti tessili e alimentari che hanno un così grande impatto sull’ecosistema terrestre.

Beatrice Manicone e Emma Santin

Liceo Grigoletti di Pordenone