Il Festival dell’Internazionale a Ferrara 2019 si apre con l’intervento della giornalista e ambientalista nigeriana Augustina Armstrong-Ogbonna, neovincitrice del premio giornalistico Anna Politkovskaja.

L’obiettivo di Augustina è quello di dare voce a tutte quelle comunità che subiscono in maniera diretta gli effetti del cambiamento climatico: la sua attenzione si concentra sul continente africano, particolarmente danneggiato dalle attività inquinanti dell’uomo.

La giornalista inizia raccontando di quando, nel 2016, è stata costretta a fuggire negli Stati Uniti a causa delle minacce ricevute a seguito di un’indagine condotta sulle attività di una raffineria in Nigeria; ma ciò non l’ha demoralizzata, anzi, l’ha spronata a continuare la sua opera di sensibilizzazione.

Proprio come un’ondata di piena spazza via tutto ciò che incontra, così le operazioni degli uomini occidentali hanno cancellato ogni traccia delle comunità locali: è il caso di alcune piccole isole nei pressi di Lagos, in Nigeria, sottratte agli abitanti per ricavarne un resort per ricchi.

Inoltre la giornalista menziona alcuni dei progetti realizzati per tentare di salvaguardare il territorio, come la costruzione di barriere frangiflutti e di impianti di prosciugamento delle acque dell’Oceano Atlantico che, sebbene inefficaci, hanno mostrato l’interesse della popolazione nel cercare di far fronte a simili disastri.

A seguito di un viaggio verso Johannesburg, la neovincitrice è entrata in contatto con numerose popolazioni, fra cui i Masai del Kenya che, vittime di una siccità talmente devastante da rendere incoltivabili tutti i campi, sono state costrette a emigrare in Tanzania per poter sopravvivere.

Una volta tornata in patria, Augustina Armstrong-Ogbonna ha capito che il mondo deve sapere affinché la gente di queste zone ottenga il sostegno che merita: per questo motivo, oltre a prendere contatti con le aziende costruttrici, continua a scrivere articoli e a realizzare reportage informativi.

Da qui si capisce il ruolo fondamentale ed essenziale del giornalismo e la sua grande responsabilità nel diffondere gli effetti più drammatici del cambiamento climatico.

Chiara Guernieri e Sonia Parrone