Mettere il diritto al viaggio al centro di un dibattito sull’immigrazione: questa è la sfida del progetto FuoriRotta, nato nell’autunno del 2014 da Andrea Segre, Matteo Calore e Simone Falso e presentato venerdì 4 ottobre presso l’Aula Magna della sede dell’Università di Giurisprudenza durante il Festival di Internazionale a Ferrara 2019.
Il progetto si impegna a realizzare viaggi ecosostenibili, quindi spendendo meno risorse possibili, e si contrappone ai convenzionali “pacchetti da viaggio” mettendo “fuorirotta” i viaggiatori e lasciandoli sempre in balia degli eventi, senza la sicurezza di dove si troveranno. Questa sicurezza, che ormai noi consideriamo scontata, di fatto non lo è per i migranti, a cui viene negato il diritto al viaggio in maniera automatica e inconsapevole, senza considerare le ragioni alla base del viaggio stesso.
Scopo e conseguenza dei viaggi FuoriRotta è anche potersi perdere per poi riuscire a sentirsi sempre a casa ovunque ci si trovi, come Mariaclara e Giulia che, attraverso un viaggio di quattro mesi a piedi nelle ignote campagne del Molise, sono riuscite a sentirsi a casa in un posto con cui non avevano mai avuto a che fare prima. Grazie alla pagina Facebook che avevano creato per poter raccontare le loro esperienze, sono riuscite a coinvolgere moltissime persone che hanno intrapreso (anche solo per un breve tratto) il cammino insieme a loro.
O l’esperienza di Davide, che nel 2015 ha intrapreso un viaggio, “Il villaggio e le città”, sul quale ha girato un docufilm intitolato Mingong. Ha visitato la Cina spostandosi tra villaggi isolati, scoprendo che quasi trecento milioni di ragazzi che nascono in questi luoghi fermi nel passato si trasferiscono nelle metropoli per lavorare nelle grandi fabbriche, lasciandosi alle spalle famiglia e tradizioni, per poi tornare al villaggio per godersi la pensione.
La motivazione del viaggio, quindi, è quella di uscire dalla propria monotonia in favore dell’avventura, scoprire il mondo per ritrovarsi sempre a casa.
Cecilia D’Elia, Vladyslav Compagnucci, Martina Piscitelli
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