“Nel caos della palude europea forze nazional-sovraniste si scontrano con tutto l’universo europeista.” Così esordisce Roberto Santaniello, rappresentante della Commissione, all’incontro “Brexit”, tenutosi Sabato 5 Ottobre presso il Teatro Nuovo.

Durante l’evento gli ospiti hanno provato a rispondere alle seguenti domande: è forse il caso Brexit l’esempio più lampante di come l’ondata di populismi stia travolgendo i fondamenti storici dell’Europa? Quale cicatrice ha lasciato la lama inglese nell’immaginario comune? Quali provvedimenti possono essere adottati in risposta a questi fenomeni? 

A seguito delle ultime elezioni europee, le forze populiste sono riuscite ad aumentare i consensi fino ad occupare il 25% dei seggi del Parlamento di Strasburgo. Questa rapida ascesa sarebbe stata agevolata dal vuoto lasciato dai partiti liberal-democratici e permessa dall’abilità retorica degli avversari. Infatti, i relatori affermano che oggigiorno gli elettori richiedono leader sempre più forti con una capacità di reazione immediata. Questa è la ragione per cui anche i partiti storici e tradizionali hanno cominciato a far propria l’ottica sovranista. Questo lento fenomeno di degrado avrebbe poi coinvolto quasi in egual misura ogni paese europeo, rendendo evidente, attraverso la loro vulnerabilità, quanto stati apparentemente diversi siano, invece, sotto molti aspetti più simili tra loro di quanto si possa credere.

A dimostrazione dell’inefficacia pratica delle promesse populiste l’esempio del caso Brexit. È risaputo che dopo un breve periodo di entusiasmo, i paesi europei con spinte più indipendentiste hanno preso coscienza della irrealizzabilità di questo processo di secessione sovranista. Studiando la vittoria di Pirro di Theresa May, si è potuto comprendere come effettivamente funzioni la macchina dei populismi. Il primo passo è quello della disinformazione di massa, di fatti una tempesta mediatica di fake news riesce a spingere le opinioni dell’elettorato verso una direzione ben precisa. A seguito del “plagio giornalistico”, si conclude il processo, indicendo un referendum. Quest’ultimo ha il potere di polarizzare l’opinione pubblica trattando questioni molto complesse superficialmente.

Secondo i quattro esperti l’uscita del paese più sovranista dall’Unione, permetterà un livello di maggiore collaborazione tra gli altri stati membri. Riusciranno quindi questi a reinstaurare quella fiducia reciproca tra cittadini ed istituzioni che per settant’anni ha garantito al continente ed ai suoi abitanti pace e prosperità come mai prima?

 

 

Vittorio Pantanelli, Sophia Temgoua, Alessandro Mauceri