Ogni anno, nelle prime settimane di maggio, la scena letteraria si rinnova, si fa nuova, contemporanea e poliedrica. Questo avviene grazie al Salone del libro di Torino dove non solo si assiste al trionfo della cultura, ma anche all’espressione più pura dell’umano per il quale sono preziose le emozioni, l’amicizia e l’interesse, l’appagamento, la gioia dell’animo che suscita il mondo letterario. In questo periodo, gli anni scorsi, uomini e donne di cultura e del mondo dello spettacolo stavano partendo per Torino, nelle scuole, grandi e piccini si stavano organizzando per partecipare alle conferenze o per diventare ‘i giornalisti del salone’: tutti fremevano in attesa di qualcosa di bello. Quest’anno, purtroppo, per ovvi motivi riguardanti la salute di tutti, non è stato possibile continuare la tradizione … ma il salone non si è di certo arreso.

Il tema di questa edizione avrebbe dovuto riguardare l’aspetto del mondo nel prossimo futuro: cosa potrebbe essere più in linea di questo nuovo Salone che passa ad altre forme di vita e si reinventa digitale?

Grazie alla tenacia dei coordinatori e alla grande partecipazione degli interlocutori, è stato possibile organizzare un Salone extra da seguire in diretta streaming da giovedì 14 a domenica 17 maggio.

Se noi non possiamo andare al salone, allora sarà lui a venire da noi: si insinuerà nelle nostre case e ci porterà la voce del mondo.
Arthur Schopenhauer diceva che “con un’opera d’arte bisogna avere il comportamento che si ha con un gran signore: mettervisi di fronte e aspettare che ci dica qualcosa”. Il salone del libro è una grande opera d’arte, una moltitudine di idee, pensieri, poesia e passione: in quanto opera, parla e noi dobbiamo solo saper ascoltare.

Il salone di ieri ci dice che la sala gialla è piena per l’incontro delle 16, che ci sono piccole case editrici pronte per essere scoperte e amate, che ci sono tanti ospiti da ascoltare e un programma troppo vasto per fare delle scelte.
Ai ragazzi del Bookblog dice che la telecamera sta arrivando, che Popi vorrebbe fare una riunione di redazione, che la mattina seguente dovranno essere puntuali, che Roberto Saviano ha accettato l’intervista, che questo articolo verrà pubblicato sulla Stampa domani, che passa sempre qualcuno in redazione, che i blogger devono essere originali e frizzanti nella scrittura per riflettere su carta la loro ‘visione giovane’, che incontreranno persone fantastiche, troveranno un ambiente frenetico, gioioso e familiare e riusciranno a rendere indimenticabile questa esperienza unica nel suo genere.

Il Signor Salone di domani ha quasi lo stesso sapore di quello di ieri, quasi. Guardatelo, come vuole vivere, come tiene duro, come preferisce dare, a tutti, più che ricevere. Sicuramente scrivere, leggere e scrivere di chi scrive è una maniera di dare, e noi del Bookblog lo sappiamo bene. Si può chiamare così, credo, questa voglia che già sento nell’aria di lavorare senza sosta, non fare pause, di seguire gli eventi, di fare domande e di stupirmi. Le corse da un padiglione all’altro, il cercarsi nel caos e le altre mille cose  adesso saranno sostituite dai contatti online, dalle videochiamate con poca connessione e dallo streaming compulsivo.
“Se non provano i libri a immaginare il futuro, chi può farlo?” ci chiede la pagina di presentazione del SalTo extra. Forse è ancora presto per rispondere a questa domanda, ma possiamo provarci. Questa storia finirà bene. Che ci crediate o meno, questo Salone che sfida continuamente se stesso e che va oltre le sue capacità, in qualche modo otterrà quanto si merita.
Cercate di godervelo. Il salone è sempre il nostro salone.

Chiara Marchesin e Laura Oppi, Liceo Ariosto, Ferrara