David Quammen, scrittore e divulgatore scientifico statunitense, e Paolo Vineis, professore di Epidemiologia ambientale all’Imperial College di Londra sono stati intervistati oggi su Radio 3 Scienza al Salone Extra. I temi affrontati sono stati la biodiversità, i cambiamenti climatici e il rischio di nuove pandemie.

Come prima domanda è stato chiesto a David Quammen se fosse possibile, come molti sostengono, che il virus sia potuto scappare da un laboratorio di virologia di Wuhan. La risposta è che è possibile ma inverosimile, perché tutti gli scienziati e i virologi che lavorano in quel luogo confermano che è un laboratorio molto sicuro. Inoltre la virologa Shang-Li Shi’ ha condotto varie ricerche e sperimentazioni scoprendo che nella provincia di Yunnan ci sono pipistrelli con un virus simile al 96% a quello responsabile del Covid-19 e che gli abitanti di quelle zone hanno gli anticorpi a quella malattia. Quammen ha quindi concluso che questo è uno dei tipici casi per cui le persone sono solite incolpare il messaggero perché l’informazione non è gradita. Come soluzione ai molteplici salti di specie dei virus, Quammen ha consigliato nuovi metodi di contenimento e ricerca sulle nuove malattie, tra i quali una sorveglianza mirata dei confini tra regno umano e animale: in questo modo appena viene registrato un salto di specie, si possono iniziare le ricerche per un vaccino e la condivisione dei dati ottenuti con le organizzazioni internazionali.

A Vineis invece è stato domandato perché in grandi città africane come Nairobi o Kinshasa il virus non sia ancora così diffuso. La sua replica ha fornito diverse motivazioni: le città sono popolate da persone con una bassa età media e probabilmente asintomatiche e la stessa popolazione ha imparato a proteggersi dopo la precedente epidemia di ebola. Inoltre Vineis ha sollevato il problema delle difficoltà di continuare i progetti di cure mediche e vaccinazioni iniziati in questi anni considerando che esiste una possibilità che avvenga un’ondata di casi di Covid-19 anche in Africa.

Una parte dell’intervista è stata accompagnata dalla canzone “Abbiamo vinto un’altra guerra” di Francesco Motta, un pezzo che è stato suonato durante il Salone Internazionale del libro di Torino il 13 maggio del 2000. Un messaggio di speranza in cui credere.

Michelle Anago e Agnese Davi, Liceo Ariosto di Ferrara