È con un caffè in mano che André Aciman si presenta, sorridente, agli spettatori del Salone del Libro in diretta dal suo appartamento a New York. Lo scrittore del best seller Chiamami con Tuo Nome e del sequel Cercami viene intervistato da Fabio Geda, che nel corso dell’incontro presenta anche le numerosissime domande poste da ragazzi provenienti da tutta Italia.

Chiamami col tuo nome, pubblicato in Italia nel 2008 da Guanda, racconta della travolgente storia d’amore tra Elio, un ragazzo di 17 anni e Oliver, uno studente americano di 24 anni.

Il sequel Cercami, invece, si concentra sul padre di Elio, Samuel, che durante un viaggio in treno verso Roma inizia una conversazione con una ragazza seduta di fronte a lui, che porterà i due a scoprirsi le persone che avevano cercato per tutta la vita. Accanto alle vicende del padre si scopre poi come le storie di Elio e Oliver si andranno ad incrociare nuovamente.

Pensando ai suoi lettori Aciman crede che il suo romanzo sia così amato dai ragazzi, non tanto perché rivedono nell’amore di Elio e Oliver un ricordo nostalgico del loro passato, ma piuttosto la promessa di un grande amore futuro. Nonostante i suoi lettori siano soprattutto adolescenti non ritiene che le storie d’amore di cui lui ha scritto possano essere sperimentate solo negli anni della giovinezza. Anche il padre dello scrittore ha continuato a ricercare quell’amore travolgente fino a 90 anni, e lo stesso Samuel, il padre di Elio, è travolto dalla stessa passione che vent’anni prima aveva cambiato la vita del figlio.

Proprio a Sami ha deciso di dedicare una grande parte del suo secondo romanzo, creato non come tentativo di soddisfare le richieste dei lettori, ma con l’intenzione di capire quale tipo di persona avrebbe potuto elaborare un discorso tanto profondo come quello che si  trova alla fine della storia di Elio e Oliver. Quella che si può leggere in Cercami è quindi più un’indagine e una conversazione tra lo scrittore e i suoi personaggi, piuttosto che un esercizio creativo.

Proprio sulle parole che il padre rivolge a Elio a seguito della partenza di Oliver, Aciman dedica pensieri molto toccanti, affermando che l’amore senza sofferenza non possa esistere e che il dolore non debba essere rifiutato, ma accettato al fine di un’esperienze più costruttiva. Evitare di provare dolore “sarebbe uno spreco”. L’amore di Elio e Oliver è così totalizzante da portarli a chiamarsi l’uno col nome dell’altro e tornare a essere se stessi dopo questa esperienza è impossibile. Essa lascerà sempre una traccia dentro di loro, tale da non poter tornare più indietro. Accettare però la sofferenza che si accompagna alle emozioni provate significa concedersi la possibilità di andare avanti e crescere.

L’incontro con André Aciman, seppur breve, è stato fonte di moltissimi spunti di riflessione su cui è doveroso soffermarsi, magari dopo aver ripreso in mano per l’ennesima volta i suoi romanzi.

Da aspiranti reporter ci sarebbe piaciuto intervistarlo per poter cogliere meglio il pensiero di un uomo che ha compreso la vera natura delle emozioni. Nonostante tutto, quella di oggi è stata una bellissima intervista, e ci sentiamo fortunate di aver potuto accogliere anche quest’anno Aciman al Salone del Libro di Torino.

Martina Catino e Eleonora Liberti, Liceo Alfieri, Torino