Nel suo breve ma incisivo intervento, l’astrofisico francese Aurélien Barrau invita tutti gli spettatori del Salone del libro 2020 a dedicare qualche minuto alla lettura dell’articolo «Non à un retour à la normale»: de Robert De Niro à Juliette Binoche, l’appel de 200 artistes et scientifiques, pubblicato in data 6 maggio 2020 sul quotidiano francese Le Monde.
Il contenuto dell’articolo, scritto da Barrau stesso, è stato condiviso da oltre duecento personalità, tra artisti e scienziati, tutti concordi nel rifiutare quello che nel titolo viene definito come un retour à la normale. Un ritorno cioè a quella normalità che ha già determinato la scomparsa di circa il 60% delle popolazioni di animali selvatici e che porta oltre 100.000 aerei a levarsi in volo ogni giorno.
Per Barrau ristabilire la quotidianità ante-virus senza alcun cambiamento radicale e sistematico significherebbe dare avvio alla cosiddetta méta crise, ovvero a una crisi dalle conseguenze irreversibili, ben più catastrofica della pandemia di COVID-19. Questa méta crise, sottolinea quindi l’astrofisico, andrebbe a colpire tanto gli esseri viventi quanto le condizioni climatiche, regolate fino a questo momento da norme ambientali inefficaci e piuttosto derisorie.
L’intervento si chiude con una riflessione in merito a ciò che potrà essere il mondo all’uscita dalla pandemia: a tal proposito, Barrau parla di absence du monde (“assenza di mondo”), ovvero l’eliminazione del mondo inteso come sistema globalizzato e interconnesso, al posto del quale verrà favorito lo sviluppo di comunità incentrate sul locale.
In altre parole, ciò che ci dovremo aspettare sarà il passaggio da un cosmo collettivo e solidale a un microcosmo individuale e personale.
Chiara Guernieri e Emanuela Strozzi, Liceo Ariosto, Ferrara
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