“Con il mio racconto ho voluto dare voce a tutte le donne che come me si sono sentite sole ed incomprese. In quanto donna in un mondo patriarcale, donna straniera in un mondo xenofobo, donna omosessuale in un mondo eteronormativo porto in prima persona questo messaggio di speranza per ricordare sempre che la diversità è bellezza.”
Questa è la testimonianza di Yeniffer Lilibell Aliaga Chàvez, vincitrice del primo premio della quindicesima edizione del Concorso Lingua Madre.
Il Concorso Lingua Madre è un progetto permanente del Salone del Libro, che, dal 2005, costituisce un fondamentale patrimonio della cultura dell’immigrazione, permettendo a donne italiane, straniere e migranti di raccontare le loro storie di ordinaria sofferenza e redenzione. I racconti delle autrici partecipanti suggeriscono modi e forme di ripensamento del vivere associato per decostruirne i principi di esclusione, di guerra, di violenza, per fondare nuove cittadinanze.
È un angolo per le donne che vogliono raccontare l’incontro con una realtà tutta femminile, un modo – come dice Silvia Favaretto, vincitrice della Sezione Speciale Donne Italiane – per “dare voce a chi non sempre ha l’occasione di parlare”.
La scrittura assume dunque una fondamentale funzione catartica, diventa uno strumento di elaborazione dei traumi, una valvola di sfogo, un modo per dare visibilità e validità alle silenziose esperienze comuni di molte donne. Perù, Turchia, Bangladesh, Polonia, Romania: questi sono solo alcuni dei paesi d’origine delle storie, tanto lontane nello spazio quanto vicine nella necessità di essere raccontate.
Margherita Baldazzi, Maria Guandalini, Sophia Temgoua Tsafack
Liceo L. Ariosto, Ferrara
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