‘Chiacchiere di bottega’ è il nome della sezione curata da Francesco Pacifico e dedicata alla presentazione di libri partendo soprattutto dall’analisi della parola, e quindi dalla lettura di testi.
È proprio leggendone alcune pagine che Pacifico introduce il nuovo romanzo di Walter Siti, La natura è innocente.
Frutto di una lunga progettazione, il libro vede l’incrocio di due storie, di due vite all’apparenza opposte, ma in qualche modo simili. Da un lato Ruggero, personalità frizzante, che incarna il tipico scalatore sociale, colui che appena intravede un’occasione la coglie al volo, qualunque essa sia. Dall’altro Filippo, la cui storia è segnata da un atto di estrema violenza, che va contro ogni legge morale e naturale. Da un lato il pornodivo, dall’altro il matricida.
L’incontro di queste due realtà è raccontato con un linguaggio frizzante, si può dire anche inedito, caratterizzato da vari stili che si compenetrano e intrecciano. Non manca inoltre il tocco personale di Walter Siti, in grado di portare se stesso e il suo parlato all’interno dei dialoghi.
La scelta delle parole non è mai casuale, è sempre ponderata, soprattutto in chi ne comprende la forza evocatrice. Siti infatti parla di vite, non di storie, parla di qualcosa di reale, pieno e vissuto, non semplicemente raccontato. Tuttavia queste sono “due vite quasi vere”, come dice il sottotitolo. Anche i protagonisti hanno vissuto vite con il quasi, sono due quarantenni che si sono lasciati l’apice della vita alle spalle, procedendo con passo incerto verso un futuro ignoto e misterioso.
È con la forza evocatrice di un linguaggio semplice e frizzante che Walter Siti racconta di vite sconnesse, iniziate nei sobborghi dei due grandi città, senza la speranza di un futuro migliore. Racconta le vite di molti di noi, di coloro che si sono lasciati travolgere dagli eventi ma che cercano il modo di riscattarsi e iniziare a vivere veramente.
Desiree Bindini, Liceo Ariosto, Ferrara
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