“Montalbano è? Chiddu della televisione?”
“No chiddu vero”.

Un regalo. Questo è il riassunto dell’evento in omaggio a Camilleri.

Antonio Manzini,  allievo, amico e collega, ha prestato la sua voce per poter leggere il primo capitolo di Riccardino, ultimo romanzo del grande Andrea Camilleri. Lo scrittore, venuto a mancare il 17 luglio dello scorso anno, aveva già previsto la scrittura della sua ultima opera con il desiderio di pubblicarla postuma.

Il direttore del Salone del Libro Nicola Lagioia introduce l’evento con le seguenti parole: “In un tempo fuori dall’ordinario, in un’edizione fuori dall’ordinario, non poteva essere ordinario l’omaggio ad Andrea Camilleri al primo Salone dopo la sua scomparsa.”

L’ultimo caso presentatoci dallo scrittore ci rivela la realtà dietro al suo personaggio: un personaggio vivo, il quale aveva raccontato ad uno scrittore locale un caso che gli era capitato e quest’ultimo ci aveva scritto su un romanzo. Sfortunatamente per Montalbano l’interesse verso le sue indagini non si spense facilmente; infatti vennero pubblicati altri ventisette libri, “usando una lingua bastarda e lavorando di fantasia” e venne portato in tv all’interno di una serie televisiva di grande successo.

Una “Gran camurria d’uomo” dunque, che ha rubato la vita di un poliziotto comune, ormai stanco della sua carriera, della stupidità degli uomini e dell’omertà che aleggiava nell’aria.

Ora tutti lo scambiavano per il personaggio televisivo, solo che questo non gli assomigliava per niente, anzi era più giovane di quindici anni!

In via Rosolino Pilo si apre il caso, al Bar Aurora, con l’omicidio di Riccardino, un impiegato della banca regionale.

La lettura di Manzini trasporta gli ascoltatori ancora una volta nella Sicilia di Camilleri e di Montalbano, tanto da rimanere rapiti nuovamente dalla maestria dello scrittore che permette di essere presenti sulla scena del delitto, tra le strade siciliane, tra la gente che si affaccia dai balconi per guardare cosa sta accadendo, sotto il sole caldo di una bella giornata che stava per iniziare.

Anna Di Garbo,

ex studentessa Liceo Ariosto, Ferrara