L’ultima serata del Salone Extra si apre con la performance di Fabrizio Bosso, famoso jazzista e trombettista torinese di fama internazionale. Il brano Il silenzio, è suggestivamente accompagnato da alcune immagini di affollati eventi delle precedenti edizioni del Salone.
Il direttore Nicola Lagioia ha definito questo evento “un’occasione per ritrovarci come comunità”: dopo un così lungo periodo di distanziamento sociale, risulta infatti fondamentale il messaggio di vicinanza che questa originale edizione ha voluto lanciare per recuperare, almeno in parte, quelle abitudini che ci fanno sentire “parte di una specie”. Questo Salone, ha aggiunto Lagioia, è dedicato alle vittime della pandemia, ai loro parenti, ai medici e agli operatori sanitari che combattono contro il Covid-19, in un omaggio che sottolinea ancora una volta il ruolo fondamentale di quel senso di unità che ogni anno Lagioia porta come obiettivo principale del Salone.
Ed è proprio in questi giorni in cui ci sentiamo meno uniti e più distanti che riscopriamo il valore degli altri e capiamo quanto la stessa comunicazione sia parte fondamentale del nostro essere. Ma dove le parole falliscono “solo la poesia sa dar voce al presente, all’inspiegabile”. Così Marco Pautasso, vicedirettore del Salone, ha presentato Nove marzo duemilaventi di Mariangela Gualtieri, scrittrice e poetessa affermata e fondatrice, insieme a Cesare Ronconi, del Teatro Valdoca di Milano. La poesia, pubblicata per la prima volta sulla rivista culturale online Doppiozero, è diventata virale in pochissimo tempo per la sua capacità di intercettare e raccontare gli stati d’animo di questa emergenza, sintetizzando efficacemente lo spaesamento, l’incertezza, il desiderio di tornare profondamente cambiati alla normalità tanto agognata.
Questo desiderio è emerso anche nell’intervento del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e della sindaca di Torino Chiara Appendino. Entrambi concordano sulla scelta della modalità di questa edizione, che, secondo Cirio, è posta nell’ottica di garantire a tutti l’accesso alla cultura. Entrambi hanno inoltre evidenziato come il Salone sia motivo d’orgoglio per tutta l’Italia, oltre che per il Piemonte e in particolare per Torino. I due rappresentanti delle istituzioni hanno inoltre espresso il desiderio di tornare il più presto possibile al ritmo frenetico del Salone.
Noi non possiamo far altro che trovarci d’accordo e con il ricordo delle note di Fabrizio Bosso augurare a tutti una buona conclusione per questa speciale edizione del Salone del Libro di Torino.
Matilde Baiardi e Chiara Rodella, Liceo Alfieri, Torino
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