L’ ultima giornata del Salone del libro EXTRA accoglie una delle voci più fresche e originali della letteratura italiana, quella di Espérance Ripanti. Espérance è nata in Ruanda negli anni del genocidio, è rimasta fino a tre anni in un orfanotrofio gestito da una associazione italiana, viene poi adottata e cresce in provincia di Brescia. Nel 2015 si trasferisce a Torino ed entra a far parte di “Razzismo brutta storia”, movimento che mira a scardinare gli stereotipi alla base delle discriminazioni. Nel 2019 pubblica il suo primo libro “E poi basta. Manifesto di una donna nera italiana”. In questa edizione speciale del Salone del libro, Espérance, nel colloquio con Loredana Lipperini ed Helena Janeczek, toccherà vari argomenti che vanno dal femminismo al significato di appartenenza, partendo , però, dal suo pensiero sulla situazione attuale. Nel suo libro, Espérance ci dimostra come capovolgere una narrazione sbagliata, e allora come capovolgere QUESTA narrazione sbagliata? Come camminare nel mondo che verrà? La giovane autrice racconta come abbia sfruttato il lockdown per ritrovare il suo corpo, ma che non appena ha consultato i media e gli altri mezzi d’ informazione si è accorta di come mancasse la comunicazione in lingua straniera dei protocolli di prevenzione, e di come molti ragazzi nelle scuole di frontiera siano stati esclusi dalla D.A.D . Storie a cui non si dà voce; è questo che preoccupa di più Espérance, la mancanza, nell’informazione, di testimonianze e di storie vere che ci facciano capire come nella difficoltà si può essere simili. La trattazione poi cambia rotta ed Espérance racconta come in questo periodo abbia avvertito la mancanza della terra in cui è cresciuta, Brescia, e la voglia di riscoprire quei paesaggi e quelle strade. Si giunge, poi, a parlare di femminismo. La giovane autrice espone il suo pensiero affermando che nel mondo del femminismo intersezionale si sente un vuoto di voci che rappresentino le fasce più basse. Ancora una volta storie a cui non si dà luce, storie di donne che devono partecipare alla lotta ma non hanno i mezzi per fare attivismo, storie che Espérance vuole raccontare con la sua penna. Infine, si parla di terra, di provenienza. Espérance ha cambiato spesso casa, ma per lei la casa è ciò che ha ritrovato nei libri, nelle persone, nelle esperienze, e ogni volta che le viene chiesto da dove proviene ha una risposta diversa, tutte risposte che insieme costruiscono la sua storia, quella storia che fa di Espérance una delle autrici più giovani e avvincenti del nostro tempo.
Anna Maria Pegna, Liceo Poerio (Foggia)
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