Dopo quattro anni di amministrazione Trump si prospetta un periodo che potrebbe ristabilire i rapporti fra gli Stati Uniti e l’Europa. Se l’ultimo presidente ha demolito i più importanti provvedimenti presi da Barack Obama durante il suo mandato, Joe Biden mira a ricostruirli. Se manterrà la sua parola, in che modo verrà influenzata la politica europea soprattutto in materia ambientale e nei rapporti internazionali?

Ce ne parlano Ivan Krastev, scienziato politico e presidente del Center for Liberal Strategies di Sofia, Emily Tamkin, giornalista americana ed editor del “New Statesman”, Steven Erlanger, giornalista americano, corrispondente diplomatico per l’Europa del New York Times, Antonio Parenti, capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, mediati da Gabriele Crescente, editor del mensile Internazionale.
La prima domanda che sorge spontanea, dopo gli ultimi avvenimenti, è se la politica estera sia stata compromessa in modo definitivo. A rispondere è chiamato Erlanger, che osserva che, essendo in una fase iniziale, è difficile fare previsioni sul lungo periodo, anche perchè non siamo in grado di sapere se gli USA terranno fede alle loro promesse.
Di questo l’Europa è molto consapevole, ma nonostante ciò il patto di fare fronte comune contro Russia e Cina sul fronte economico potrebbe essere molto vantaggioso per tutti gli stati membri.
Di comune accordo è la Tamkin, secondo cui l’America riuscirà a recuperare la credibilità persa durante i quattro anni passati con l’amministrazione Trump, anche grazie agli impegni sul fronte ambientale con il recente rientro negli accordi di Parigi. “C’è una ripida salita da percorrere”, dice Emily Tamkin, “ma con pazienza e mantenendo fede agli accordi presi è possibile”.
Da considerare sono anche i recenti sviluppi dovuti alla pandemia, che hanno cambiato le prospettive future e per questo, secondo
Ivan Krastev, le prospettive sono vantaggiose, ma i rapporti sono tesi.
La crisi, infatti, è ancora in corso, ma sarà possibile ristabilire l’asse transatlantica Europa-USA post seconda guerra mondiale, senza però andare a sconfinare nella struttura politica caratteristica della Guerra Fredda. Si spera nella realizzazione di collaborazioni su più fronti, a partire da quello economico digitale, con nuovi emendamenti per un maggiore controllo comune dei commerci globali.
Le premesse quindi prospettano un futuro migliore e più verde per l’Europa, ma per ora non si possono fare previsioni prettamente specifiche.

Eva Laura Giacomello, Giulia Zanetti, Liceo M. Grigoletti, Pordenone