La porta di “La casa nella pineta”  la apre Pietro Ichino in persona oggi al Salone: e ci sentiamo subito a nostro agio ascoltando le sue sagge parole. Questo e’ il titolo del suo nuovo libro,  e la casa di cui ci parla e’ proprio la sua: luogo di villeggiatura, di ristoro, di feste e di affetti della famiglia Pellizzi-Ichino che,  profondamente cattolici, intellettuali milanesi di retaggio borghese, l’hanno conservata tramandandola di generazione in generazione.

Per chi lo conosce come giurista, giornalista e deputato, fa strano essere accolto da lui, ma e’ proprio questo che provi leggendo le sue pagine. In questa casa fa irruzione nel 1959 don Lorenzo Milani, che aveva intrattenuto rapporti con la famiglia Ichino gia’ alcuni anni prima, ispirandola con le sue idee radicali. Quel giorno, il priore si rivolge al piccolo Pietro avvertendolo che non  appena diventera’ maggiorenne quella casa e la ricchezza che lo circonda, se non restituira’ tutto, diventeranno peccato. Questa frase, portatrice di un “comunismo davvero incisivo” ispirera’ Ichino  che addirittura rifiutera’ di intraprendere la carriera di avvocato al fianco del padre per dedicarsi invece al movimento operaio, ai diritti dei lavoratori e allo studio del Diritto del Lavoro.

Quell’ammonimento di Milani che diventera’ il cardine delle sue decisioni, e mettera’ in crisi le sue certezze familiari, rimarra’ un punto saldo per tutta la sua vita che nel libro ci viene raccontata in un intreccio tra intimita’ famigliare e impegno politico.

Sullo sfondo la casa nella pineta di Forte dei Marmi e la montagna, entrambi “luoghi dell’anima” per Ichino: il primo per lo spirito della famiglia che ci vive e per gli istanti di condivisione  che si susseguono all’interno dei suoi muri; il secondo perche’ e’ una grande metafora per la vita; in montagna si fa fatica, si devono superare ostacoli, aiutarsi a vicenda e si deve conoscere se stessi, le proprie forze e si deve essere disposti a rinunciare a qualcosa, tutte virtu’ che nessuno meglio di Ichino ha saputo incarnare nella sua lotta contro violenza, ingiustizia e terrore.

Chiara Sanvincenti