“La nostra casa è quella dei nostri figli”: con questa frase ad effetto Nicoletta Ferrara, autrice di “A casa nostra” (EMI), inizia l’incontro odierno. La vita, come ha ribadito più volte lei stessa, cambia quando esperienze come quella che ha vissuto ci “tuffano dentro”. Cosa intende? Nel libro racconta di come le sue abitudini quotidiane siano cambiate da quattro anni a questa parte grazie all’arrivo di sei figli adottivi provenienti da varie parti dell’Africa. Da subito i ragazzi hanno iniziato a legare fra di loro e hanno pian piano imparato ad appianare gli screzi famigliari. La vera e definitiva svolta è avvenuta quando, al compleanno di uno dei giovani adottati, uno dei figli naturali è sembrato non gradire che il festeggiato definisse “sua” la madre. Dopo un breve momento di tensione, i due hanno deciso che l’aggettivo più corretto da usare fosse “nostra”. I problemi maggiori, continua l’autrice, non nascono nel nucleo famigliare, bensì dalle difficoltà incontrate per il riconoscimento dello status dei sei figli adottivi, alcuni dei quali rischiano ancora di essere espulsi e rimpatriati a causa della mancanza di chiarezza e di precisione delle nostre leggi. Il messaggio che Nicoletta Ferrara vuole trasmettere è questo: si può fare qualcosa per gli altri, per i più fragili e bisognosi, solo se lo si vuole e ci si crede veramente!
Ambra Acquaye e Emma Manassero, IC Caduti di Cefalonia-Mazzini
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