”Un libro è per il 50% di chi lo scrive e per il 50% di chi lo legge”, così si è aperta la conferenza sul grande progetto ‘Adotta uno scrittore’, anticipando l’idea su cui esso si basa: avvicinare il mondo dei giovani alla lettura.

Per raggiungere questo scopo, 26 autori contemporanei sono stati “adottati” da 26 luoghi di formazione tra cui 13 istituti superiori, 3 scuole medie, 3 scuole elementari, 4 strutture di detenzione penale, un centro per l’istruzione per adulti e una struttura ospedaliera. Questi sono stati protagonisti di un percorso di quattro incontri ciascuno, nei quali è stato possibile confrontarsi annullando la distanza che intercorre tra artisti e pubblico. Si è creato infatti un legame costruito sulla stima reciproca, che ha portato i ragazzi stessi a spendersi per gli autori adottati.

Tra questi erano presenti alla conferenza, gli scrittori che quest’anno hanno collaborato con i diversi istituti: Attanasio Maria, Barbero Alessandro, Barison Iacopo, Binni Simona, Genna Giuseppe, Greppi Carlo, Janeczek Helena, Manfredi Francesca, Manzon Federica, Marchetta Giusi, Oggero Margherita, Pacifico Francesco, Pandiani Enrico, Pugno Laura, Raimo Christian, Raimondi Stefano, Spottorno Carlos, Tiraboschi Roberto e Guglielmi Federico.

Ognuno di loro ha esposto la propria esperienza, presentando in maniera sintetica come si è svolto il loro lavoro con i ragazzi. Negli istituti superiori sono stati affrontati temi di attualità che hanno coinvolto gli studenti in vivaci discussioni. Diverso invece è stato il lavoro svolto negli istituti penitenziari dove gli ostacoli dovuti alla lingua sono stati diversi ma non hanno influito negativamente sulla  buona riuscita del progetto. Un’esperienza significativa è sicuramente quella di Maria Attanasio che, all’interno della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, è riuscita grazie all’universalità dei temi della poesia a far emergere i pensieri e le emozioni di queste donne che fino a quel momento non avevano avuto una voce. La poesia insieme agli altri strumenti comunicativi, diventa così un modo per evadere dalla realtà quotidiana e concedere un’esperienza di libertà.

Dellacasa Cecilia, Mo Federica e Roveda Michelle