Giulia Blasi è stata adottata dal Liceo della scienze umane “Contessa Tornielli Bellini” di Novara. Ecco il racconto del suo primo incontro incontro con la classe adottiva. Come spesso accade in questo progetto è amore a prima vista tra i ragazzi, l’insegnante e la scrittrice. E non finisce qui anzi siamo solo all’inizio di questa splendida adozione. Il prossimo post – che per creare la giusta suspence pubblicheremo domani – è forse il più bel regalo che una scrittrice possa fare alla sua classe  adottiva: consigli di lettura. A lei la parola

All’inizio, di solito, ci si annusa. Ci si prende le misure, ci sono quei cinque, dieci minuti in cui loro ti studiano e tu cerchi di capire come aprire un dialogo che sia il più possibile fra pari. Parlare di te e della cosa che hai scritto in una scuola non è la stessa cosa che fare una presentazione: la presentazione è frontale, chi è lì ha scelto di esserci, non te li devi conquistare. Gli studenti dentro una scuola sono sul loro territorio, tu sei l’invasore. Devi convincerli che vale la pena darti tempo e attenzione, perché se il primo te lo puoi prendere, la seconda non è proprio scontata.

Al liceo Contessa Tornielli Bellini di Novara hanno scritto “BENVENUTA GIULIA” sulla lavagna con i cuoricini. Me ne accorgo solo dopo la prima ora. Non vincerei dei premi per lo spirito d’osservazione, ma cerchiamo di capirci: ero in trance agonistica.
Le femmine sono più disponibili, forse mi riconoscono come una versione un po’ più vecchia di loro stesse. I maschi mi sfidano, ma sono curiosi. Cinque minuti, e anche grazie alle domande di Emilia – che è seduta nel primo banco e si accolla l’onere di aprire le danze – entriamo nel vivo. Da lì in poi, il tempo vola. Qualche siparietto – i maschi che si erano distratti e si risvegliano solo perché mi hanno sentita nominare Diletta Leotta: lo consiglio a tutti, se vedete i maschi che si distraggono urlate “DILETTA LEOTTA!” – un accenno di discussione sulla differenza fra hip hop romano anni ’90 e la Dark Polo Gang, conversazioni serissime sul tema dell’autonomia del corpo, e niente, è finita. Devo andare via.
Il punto è sempre quello: come in tutte le iniziative con i ragazzi, anche in Adotta uno Scrittore è più quello che ti porti via che quello che gli dai. Per quanto tu possa essere bravo, vitale, comunicativo, efficace, Adotta uno Scrittore ti fa bene, ti ringiovanisce, ti fa sentire vivo. Erano anni che speravo di poter essere adottata, e finalmente quest’anno è successo: sapere che ci sono altri due incontri, che ci si vede ancora e il percorso non è finito, è una sensazione meravigliosa

Giulia Blasi

Leggi anche i consigli di lettura di Giulia Balsi per una delle studentesse della sua classe adottiva a partire dal genere rosa (che consigliamo vivamente a tutti voi).