Venerdì 3 aprile è tornato a trovarci, all’Istituto Sociale di Torino, Pietrangelo Buttafuoco, autore di molti romanzi e saggi, tra cui Il feroce Saracino (Bompiani 2015), che noi studenti abbiamo letto.
In occasione di questo incontro, ci siamo potuti confrontare con il “nostro” scrittore su come affrontare la stesura di un testo creativo. Buttafuoco ci ha detto di non pensare alla scrittura in maniera diversa rispetto al linguaggio che usiamo quotidianamente, ad esempio nelle chat di Whatsapp o di Facebook, poiché in entrambi i casi dovremmo lasciarci guidare dalla naturalezza. Innanzitutto, ci ha spiegato che dobbiamo superare la paura del foglio bianco, che blocca noi, come chiunque non sia scrittore di professione, impedendoci anche solo di mettere alla prova le nostre capacità. Ciò che più ci ha sorpreso è stato il modo in cui ha provato a dimostrarcelo: ha chiamato una nostra compagna alla lavagna, chiedendole di descrivere, con la maggior naturalezza possibile, un momento particolarmente significativo della giornata precedente (durante la quale eravamo stati in un’abbazia in montagna per una gita scolastica). A lei è venuto naturale soffermarsi sul paesaggio, e sull’atmosfera che il ticchettio della pioggia creava in quel luogo di silenziosa preghiera. Abbiamo così potuto rivivere momenti di grande emozione grazie alla poesia della nostra compagna, che ci ha riportati indietro nel tempo, presentandoci dal suo punto di vista la giornata trascorsa, che è apparsa a noi tutti più magica di quanto avessimo pensato.
Durante questo incontro, Buttafuoco ci ha anche raccontato un po’ della sua storia; non ci ha parlato della sua infanzia, o dei suoi studi, ma ci ha narrato quale è stata la scintilla che gli ha indicato la sua strada, ovvero la scrittura. Da piccolo, era stato colpito da una frase di un attivista irlandese per la libertà del proprio paese, poi ripresa dagli U2, che aveva letto casualmente sulle pareti di un bagno della scuola.
Siamo stati molto felici di aver reso parte a questa iniziativa, poiché sono certamente molte le possibilità offerte da questo progetto. Prima tra tutte, quella di confrontarsi con una persona adulta che è riuscita a fare della sua vita un desiderio realizzato, e, sfruttando il suo talento, a dar forma non solo a una professione, ma a uno stile. Ci colpisce sempre moltissimo, inoltre, il fatto che persone come lui sappiano trovare le parole adatte ad ogni circostanza. Da loro anche la risposta a una domanda improvvisata suona come una poesia, come una “frase d’autore” che trova il giusto equilibrio tra semplicità e ricercatezza.
Marta Giacone ed Eliana Lattes , Istituto Sociale
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