Oggi, prima giornata del Salone Internazionale del Libro di Torino, si è tenuto nell’Arena Piemonte il primo incontro del progetto Anime Arabe. La conferenza, tenuta in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Algeri, ha visto come protagonista Adlène Meddi, scrittore e giornalista algerino. L’autore ha presentato il suo ultimo romanzo, 1994, vincitore del Premio Transfuge, nella Top 10 dei polizieschi del 2018 di Le Monde.

Il titolo del romanzo fa riferimento all’inizio della guerra civile in Algeria, nonché tema centrale presentato dall’ autore durante l’incontro. La storia si concentra principalmente sulla guerra vista dagli occhi dei ragazzi, protagonisti nascosti della violenza di questo decennio di lotte. Fondamentale è stato il paragone tra la gioventù dell’epoca e quella attuale, anche quest’ultima vittima di disordini civili e conflitti. E’ tuttavia possibile riconoscere una differenza principale sull’approccio di queste controversie da parte degli Algerini di ieri e oggi; infatti oggi non si manifesta più una paura comune, ma si è spinti da un sentimento più profondo: la disperazione. In particolare la disperazione di giovani ragazzi nel pieno dell’adolescenza, ovvero nel momento in cui ci si deve affacciare al futuro, ragazzi che però si sono dovuti confrontare bruscamente con una realtà dettata dalla violenza. E’ proprio quesa violenza che hanno cercato di combattere a ogni costo, utilizzando una parola chiave che permette di descrivere l’ideale di ogni manifestazione: la pace. I giovani e il resto della popolazione hanno infatti posto come obiettivo principale il recupero dei vari spazi politici, mostrando alle autorità il loro senso civico.

L’incontro ha quindi rappresentato un’occasione per apprendere le diverse realtà della “città indomabile”, grazie a un romanzo che capovolge i preconcetti sociali, mostrando quanto la verità possa essere relativa e quanto l’Algeria ancora oggi sia decisa a proseguire la propria lotta per la difesa della libertà.

                                                                                                                                                                                                                                                                                       Sara Zanardi e Roberta De Gioanni,
Liceo Alfieri Torino