La consegna del premio è stata accompagnata dalle delicatissime parole della Professoressa Annamaria Manfredelli che ha definito le produzioni dell’autore algerino come “uno sguardo etico sui problemi quotidiani”, che fa riflettere noi lettori sulla complessità del mondo ma soprattutto sull’importanza dei valori, che se persi, vanno recuperati. Yasmina Khadra si dice onorato di essere ospite a Pordenone e aggiunge: “Per tutta la vita ho sempre voluto essere utile ai lettori e a quelli che nutrono rispetto per me”. Infine in occasione della Giornata Mondiale della Donna l’autore ha dedicato il premio alle donne presenti e non, dimostrando ancora una volta il suo animo romantico.
Dopo la premiazione dell’autore si è entrati nel merito del dialogo in cui si sono affrontati diversi temi, tutti legati da un filo conduttore, ovvero la religione definita come ideologia.
Nell’incontro presieduto da Renzo Guolo, docente universitario di Sociologia della politica e dell’Islam, e da Paolo Branca, professore di Lingua e Letteratura Araba, è stato sviscerato il tema del terrorismo in ogni sua sfumatura, per dare ai presenti uno sguardo più approfondito a questo tema molto discusso ma veramente poco conosciuto.
La discussione è iniziata con una domanda “Come nasce un jihadista?”, a cui i due esperti hanno risposto dicendo che viviamo in un mondo pieno di insicurezze ma, soprattutto, di ansie, prima fra tutte “l’Ansia del futuro”. Questa forte mancanza crea negli adulti ma, in particolare nei giovani, un bisogno di ideologia, ovvero una forte identità utile a colmare un vuoto. E’ per questo che, in un’era definita come “Era del frammento”, si cerca ciò che manca nell’ideologia.
Qual è il motivo che spinge i giovani a prendere parte alla jihad? Branca è intervenuto per primo dicendo che i capisaldi della nostra società come la famiglia, la Chiesa e il buon senso comune, al giorno d’oggi, non sono più in grado di dare ai giovani delle dritte, dei punti di riferimento. Quindi, l’assenza di valori e il bisogno di appartenenza rendono questi ultimi fragili; ed è proprio sulla debolezza che l’ISIS fa leva, mediante l’uso dell’ “agente di islamizzazione radicale”, ovvero la Rete. Oltre a questo, aggiunge Guolo, il fenonemo dell’ISIS provoca un forte fascino nei ragazzi, attratti da questo idea di scontro finale tra luce e tenebre, che ha del romanzesco. Dunque bisognosi di sentirsi parte del mondo questi ultimi vedono nelle promesse nel sedicente stato islamico, la luce; ma si accorgeranno troppo tardi che che forse quella luce era soltanto un miraggio.
L’incontro si è concluso con una riflessione sul mondo contemporaneo, in cui i due esperti hanno affermato che il terrorismo è “figlio della modernità” nonostante professi un ritorno alle origini.
Nicole Botter, Giulia Marzaro, Sara Radegonda, Elena Villalta (IV H Liceo Grigoletti, Pordenone)
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