Uno spazio internazionale, per un libro che riguarda i giovani:”Amok”,scritto dall’autore lussemburghese Tullio Forgiarini e vincitore del Premio Europeo per la letteratura. Presentato il 9/05 al Salone del libro, insieme al traduttore italiano Christian Welter e il libraio Matteo Grimaldi, conduttore dell’intervista. Il libro segue le vicende di due adolescenti, di quindici e tredici anni, costretti a vivere in un ambiente emarginato e difficile, che li spinge a diventare adulti troppo presto.
Una vicenda tratta da storie realmente vissute da centinaia di ragazzi del piccolo Lussemburgo, costretti a vivere in condizioni disagiate ai margini della società, privi degli aiuti necessari e di una figura di riferimento. Educati da genitori più piccoli di loro, che anche se cercano di fare il meglio per i loro figli ne trascurano i bisogni, continuando a considerarli ” un semplice errore”. Adolescenti lasciati a loro stessi, in preda alla voce di una diabolica coscienza, alla quale non sanno dire basta; da qui trae spunto il titolo “Amok”: fuori di sé.
Il linguaggio crudo, quasi irrispettoso, è uno dei punti di forza del romanzo, proprio perché l’autore, docente di storia, è immerso nel mondo dei ragazzi. Lo stesso Welter vive a stretto contatto con i giovani e, immedesimandosi in essi, ha trovato il linguaggio più adatto per farsi portavoce di un racconto vissuto da altri. È forse proprio la lingua sgrammaticata e volgare che rende “Amok” così reale.
Aurora Tesauro e Matteo Grasso, liceo Alfieri.
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