Oggi, 15 settembre 2016, alle ore 16.30, ha avuto luogo l’incontro “Il mio nemico è l’indifferenza. Essere cristiani nel tempo del grande esodo” presentato da Cristina Savi.
Indifferenza e immigrazione sono stati i temi principali trattati da Don Pierluigi Di Piazza, fondatore del centro Balducci, di Zugliano, che accoglie i rifiugiati, intellettuale e autore di libri. Definito come “prete laico” è favorevole al cambiamento e al miglioramento della chiesa che spera diventi pluralista, femminile e libera. 《Io non mi sento cristiano, perché essere cristiani dipende dalle scelte che facciamo ogni giorno》afferma Di Piazza: il suo ruolo all’interno della comunità cristiana è essere prete per una comunità di fedeli. Dichiara di vedere una netta distinzione tra fede e religione, in quanto la fede, coinvolgimento profondo dell’essere con conseguenze sul nostro modo di agire e pensare, sia più profonda della religione, espressione esteriore delle istituzioni e della fede stessa.
Un tema da cui si sente particolarmente coinvolto è l’esodo dei migranti:《La gente non conosce e non comprende e non entra in empatia con queste persone》. Alla domanda della Savi 《Perché siamo indifferenti al dolore degli altri?》risponde citando Papa Francesco, considerato come una guida, che si pone due domande che necessitano di riflessione personale: 《Adamo dove sei?》e 《Caino, dov’è tuo fratello?》. La causa principale di tutto ciò è l’indifferenza, da lui condannate in modo forte. Indifferenza significa voltare la testa da un’altra parte, guardare in modo superficiale e abituarsi ai numeri dei morti, anche se in realtà ogni numero rappresenta una persona. Non siamo davvero capaci di piangere e di vibrare difronte al dolore altrui?
Ma da dove viene tutta questa indifferenza? Secondo Don Di Piazza dall’ambito antropologico, culturale, etico, spirituale in cui nasciamo e cresciamo. Riflettendo ritiene derivi anche da una minore attenzione verso gli altri, conseguenza di un maggiore individualismo. Anche la paura porta all’indifferenza in quanto tentiamo sempre di difenderci, ma se non si combatte non si troverà mai una soluzione.
Com’è sempre stato detto “gli occhi sono lo specchio dell’anima”: per capire fino in fondo la vera interiorità e il passato di una persona è necessario guardarla dritta negli occhi. Solo attraverso gli occhi ognuno di noi rivela se stesso.
Di Piazza rivela che nella vita l’importante è avere fede, speranza e soprattutto amore. Non sarà la tecnologia, la religione o le istituzioni… ma l’amore a salvarci.
Vittoria Hary e Jessica Santarossa
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