La famosa scrittrice italiana Licia Troisi è oggi venuta al Salone per presentare l’ultimo libro della saga di Pandora: fin dal primo momento l’autrice ha dato prova di grande vivacità ricevendo calorosi applausi da tutto il pubblico. L’incontro si è svolto fra letture ad alta voce di alcuni passi del romanzo, domande che Fabio Geda, in qualità di presentatore, poneva a Licia e un gioco che vedeva sfidarsi in un quiz tre dei fan più accaniti della Troisi.

L’autrice ha messo in evidenza come scrivere possa essere un modo per esprimere le proprie paure e i propri pregi e difetti. Alcune caratteristiche dei personaggi della saga sono ad esempio ispirati alla sua esperienza personale: la paura di ferire inavvertitamente gli altri diventa nel mondo immaginario del fantasy il potere terribile di uccidere le persone con il tocco delle dita; l’invisibilità di Pam rappresenta invece il desiderio che l’autriceprova ogni tanto di passare inosservata (difficile a dirsi, considerando lo stile eccentrico della Troisi!).

La scrittrice ha ritenuto importante sottolineare che l’urban fantasy e la scrittura popolare sono nel nostro Paese limitati dalla critica, denunciando lo snobismo con cui spesso ci si rivolge a questo genere letterario.
Ha poi risposto ad una delle cinque domande chiave dell’edizione di quest’anno del Salone del Libro: “A cosa serve un nemico?”. “Non ne serve uno, un nemico lo costruiamo quando sentiamo la nostra identità venir messa in discussione durante i periodi di cambiamento. Costruire o ricostruire se stessi fondandosi sull’odio per l’altro è pericoloso perché si rischia di non poter più essere liberi e di diventare a propria volta un nemico per qualcuno.”

Lorenzo Presta, Emma Manassero e Livia Bonello, SMS Caduti di Cefalonia
Sara De Mola, tutor