8 maggio 2014 – Genocidio. “Metodico sterminio di un intero gruppo etnico o religioso.”. E’ questa la definizione che si trova nei dizionari, ma ancora oggi, dopo quasi cento anni, il massacro degli armeni non è considerato tale da purtroppo molte -troppe- città e nazioni.
Vasken Berberian è uno scrittore armeno, nato in Grecia a seguito della diaspora che è conseguita al genocidio -perché di questo si parla- del popolo armeno da parte dei “Giovani Turchi”, governo affermatosi nell’Impero ottomano nel periodo precedente la Prima Guerra Mondiale.
Vasken Berberian ha presentato il suo ultimo romanzo, “Sotto un cielo indifferente” (Mondadori), assieme ad alla professoressa e archeologa orientale Donatella Taverna, donando una visione della storia che non è basata sulla tragedia in sé, ma piuttosto su ciò che ne è conseguito, ovvero la diaspora: lo sradicamento degli armeni sopravvissuti al desiderio di non condividere il territorio da parte del popolo turco.
Il romanzo storico di Berberian è una denuncia al cosiddetto “genocidio bianco”, cioè al rischio di perdere la propria identità e cultura nativa a seguito della diaspora dovuta dal “genocidio rosso”.
Lucia Scanelli – Liceo Ludovico Ariosto (Ferrara)
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