Il gruppo dei ragazzi che in questi ultimi quattro anni ha lavorato con lo scrittore Andrea Bajani è stato coinvolto nella preparazione e nella conduzione dell’incontro con Zerocalcare, che si terrà domani alle ore 18.00 al Cecchi Point di in via Antonio Cecchi 17 a Torino, per il programma del Salone Off 365. Di seguito trovate il diario di bordo di uno degli incontri preparatori.

È il pomeriggio del 18 febbraio 2015. Alla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura una parte dei ragazzi del gruppo che aveva lavorato con Andrea Bajani pronta ad iniziare ad esplorare un mondo giovane, dai contorni netti, un po’ nerd e popolato da personaggi a volte bizzarri: quello del fumetto di Zerocalcare. previsto per il Salone Off 365 a Marzo. Trentaduenne romano (o come si definirebbe lui fiero abitante di quel piccolo mondo che è Rebibbia), è diventato ormai quasi un caso mediatico grazie alla pubblicazione di svariate graphic novel e soprattutto di un reportage apparso sulle pagine di Internazionale, che racconta con occhi diversi la dura realtà di Kobane.
Le riflessioni per la preparazione alla conferenza del 10 Marzo partono dal “tema dei temi”: Zerocalcare ha cominciato proponendo strisce e poi romanzi grafici che trattavano argomenti piuttosto giocosi, senza esporsi in modo marcato anche a livello autobiografico. Il gruppo nota invece come, nella sua ultima pubblicazione, “Dimentica il mio nome”, Zerocalcare abbia svelato una parte di lui più introspettiva e personale. Viene spontaneo domandarsi quale sia stata la svolta che gli ha permesso di mettersi a nudo, di aprire uno scrigno in cui la storia della sua famiglia e le sue vicende più personali sono mostrate in ogni loro aspetto. In tutta la graphic novel uno dei temi centrali che il gruppo individua il peso della memoria, vissuta come una necessità, un dovere verso la storia della nonna, di cui il fumettista cerca di mettere assieme i frammenti. Un racconto tutto al femminile, che tratta di un universo che il fumettista disegna con estrema gentilezza e pacatezza: quello delle donne della sua famiglia.
Un’altra costante che si ritrova in tutti i suoi racconti l’amore e il senso di attaccamento per il quartiere di Zerocalcare: Rebibbia. Dal racconto del divorzio dei suoi genitori, fino al primo viaggio lontano da quel luogo, verso Kobane, si percepisce come sia per lui una sorta di “macroscopica cameretta” in cui sentirsi al sicuro, protetto. Allontanarsi dalla propria base sicura implica una scelta coraggiosa. Il gruppo si chiede se questo suo allontanamento volontario possa essere letto come una rampa di lancio verso nuovi orizzonti sia personali che letterari. Questo tema accende la curiosità sulla visione che il fumettista ha della crescita: sembra che si percepisca come un adolescente maturato tutto d’un colpo, ad un’età molto tarda rispetto a quella in cui si pensa che avvenga il salto di qualità dello sviluppo. “Possibile che non mi sia accorto che avevo finito il livello? Sicuro mi sono scordato di salvare”. Il passaggio dalla cameretta di Rebibbia al fuoco di Kobane sembra essere un sintomo di questo improvviso salto di livello.
Un altro tema che scatena le riflessioni del gruppo di lettura è quello delle scelte grafiche di Zerocalcare. I riferimenti nerd popolano i suoi racconti, come anche gli animali, suoi alter-ego. Anche gli amici e familiari sono sempre rappresentati come animali antropomorfi, a volte appartenenti al mondo dei cartoni animati. Questo suo tratto unico e curioso si è meritato un nome proprio. Lo stile Zerocalcare è ormai entrato di diritto come tecnica a nel mondo del disegno e del fumetto. Cosa non da poco, visto anche che il pubblico veramente in grado di comprendere a fondo tutti i riferimenti nelle sue storie è veramente ristretto rispetto alla moltitudine di lettori e frequentatori del web.
Queste considerazioni danno spazio ad un’altra riflessione. Il fumetto in Italia è sempre stato considerato come un genere di serie B. Rispetto alla Francia ad esempio, manca nel nostro paese una cultura fumettistica in grado di sostenere con la giusta forza le proposte di qualità che stanno emergendo nel panorama sia del web che della carta. Senza dubbio gli attentati a Charlie Hebdo hanno posto l’attenzione su questo settore, forse dando inizio ad sua una rivalutazione anche nella nostra società.
Nonostante la sua crescente notorietà Zerocalcare rimane comunque in grado di raccontare in modo semplice e diretto la sua vita e quella del mondo che lo circonda, quasi come se i fatti e i personaggi fluissero in modo del tutto naturale dalla sua mente alla carta. Con questa riflessione si chiude il primo incontro di preparazione. I temi in gioco sono molti e senza dubbio il terreno di lavoro per il gruppo è fertile e ampio. Non resta che ordinare le idee e tradurle in possibili domande da porre ad un personaggio tanto semplice quanto complesso.

Federica Maggiora,  gruppo Andrea Bajani Boys & Girls