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Del Vecchio Continente si elogia da sempre la solidità, l’essere tradizione e fondamento, prima di tutto. Il continente che è, di cui tutti invidiano l’immutabilità. Eppure oggi parlare d’Europa significa prima di tutto parlare di migliaia di persone che si spostano da un posto ad un altro. Uccelli migratori, lavoratori, disperati in cerca di salvezza, vacanzieri low cost, inquieti del Nuovo Millennio.
I pezzi del tangram sono come le nazioni europee: diversi per forma e grandezza. Unendo questi tasselli sconnessi si può imitare la sagoma di una ballerina, di un coniglio e di una casa. Oppure creare dei mostri. C’è di mezzo il Caso che ci infuria sopra la testa. Ma c’è anche la Scelta: di uomini e donne che dicono da che parte vogliono stare.
Spesso non hanno un nome, neanche una voce distinguibile dal borbottio. Ma sono malesseri, attriti che, come brace, scaldano le strade e le piazze d’Europa. Alcuni poi esplodono, all’improvviso, come gli incendi estivi. Dietro c’è la Storia, rancori sopiti, casi rimasti insoluti, ordigni che ticchettano ancora. Fermarsi ad ascoltare il crepitio ci fa capire cosa stiamo lasciando diventare cenere, e cosa brucerà domani.
Ci sono momenti in cui sapere di potersi fermare, anche se il viaggio non è ancora finito, è fondamentale. Gettare l’àncora, sostare. Non sempre le àncore sono luoghi: a volte sono cose preziose, tesori fatti di libri, di conoscenze, di persone. L’Europa è fatta anche di questo, di valigie piene di libri che ci fanno star fermi a pensare.
Alla seduzione della calamita non si sfugge. Il magnete chiama a sé e le limature di ferro accorrono. Recalcitranti o entusiaste, volenti o nolenti, è lì che la natura le dirige. Sono campi di forze, tensioni tra poteri. Ci sono paesi più magnetici di altri – la Germania, il nord Europa – e cittadini che, semplicemente attratti, si mettono in viaggio.
Luciano Canfora (Bari, 1942) è storico e filologo. Ordinario di Filologia greca e latina presso l’Università di Bari, è coordinatore scientifico della Scuola Superiore di Studi storici di San Marino. Dirige la rivista Quaderni di Storia. Nel 1999 si candidò alle Europee con i Comunisti Italiani. Collaboratore di Rai Storia, tra le sue ultime opere ricordiamo: Gramsci in carcere e il fascismo (Salerno, 2012),Intervista sul potere (Laterza, 2013), La guerra civile ateniese(Rizzoli, 2013). E’ editorialista del
Benedetta Tobagi è nata a Milano nel 1977. Laureata in filosofia, ha lavorato nella produzione audiovisiva, collabora con giornali e case editrici e si dedica a studi storici. Sviluppa iniziative culturali e progetti didattici insieme a centri di documentazione e associazioni per la memoria del terrorismo. Per Einaudi ha pubblicatoCome mi batte forte il tuo cuore. Storia di mio padre (2009 e 2011) e Una stella incoronata di buio (2013).
Diogo Mainardi è nato a San Paolo nel 1962. Scrittore, giornalista e commentatore per la televisione brasiliana, è autore di Arcipelago, Il poligono della siccità e Contro il Brasile. Uscito in Brasile nel settembre 2012, La caduta(pubblicato in Italia da Einaudi nel 2013, con traduzione di Tiziano Scarpa) ha venduto piú di centomila copie e verrà tradotto nei principali paesi.
Björn Larsson, nato a Jönköping nel 1953, docente di letteratura francese all’Università di Lund, filologo, traduttore, scrittore e appassionato velista, è uno degli autori svedesi più noti anche in Italia, dopo il successo de La vera storia del pirata Long John Silver, Il Cerchio celtico, Il porto dei sogni incrociati, i numerosi premi ricevuti e gli altri titoli già pubblicati da Iperborea.
Vasile Ernu, scrittore e filosofo romeno della Bessarabia, è nato in URSS nel 1971. Si trasferisce in Romania dopo il 1991. Dopo una laurea e un master in filosofia, lavora come redattore presso le riviste «Philosophy&Stuff» e «arta+societate» e presso le case editrici Idea e Polirom.Esordisce con ”Nato in URSS” (Hacca 2010), che ottiene il Premio per il debutto dell’Unione degli Scrittori Romeni, il Premio per il debutto della rivista