Incontro all’insegna di libertà di comunicazione e informazione interculturale, quello svolto oggi alla decima edizione dei Portici di carta di Torino.

Stiamo parlando del terzo evento della giornata, dedicato interamente alla discussione e  alla presentazione del libro Guida alla storia contemporanea della Turchia simple scritto e raccontato da Murat Cinar, oggi alle 15 nell’oratorio della chiesa S. Filippo Neri.

L’incontro è stato introdotto da Stefano Del Mastro e promosso dalla casa editrice Scritturapura, rappresentata da Carlo Cerrato, che da sempre si occupa di portare in Italia gli scrittori e le opere dei paesi meno noti nel panorama letterario del nostro paese.

In particolare Murat Cinar si è occupato, durante il suo discorso ai presenti, di parlare di resistenza turca: simbolo del coraggio che in quel paese hanno molti giornalisti, nel raccontare senza prese di posizione la realtà  e ciò che succede ad Istanbul. Infatti oltre alla libertà di scrittura e di espressione, temi molto discussi al giorno d’oggi, l’autore ha voluto costruire un vero e proprio incontro di scambio interculturale Torino-Istanbul, raccontando i segreti della città e delle grandi potenze politiche ed industriali-edilizie che si appropriano con astuti metodi del denaro dello stato.

il Bosforo è un canale che divide in due la città di Istanbul. le due parti dipendono l’una dall’altra ma allo stesso tempo sono l’opposto. Da una parte della città ci sono palazzi enormi e la vita è controllata dalla gente ricca mentre l’ altra parte vede come principali protagoniste persone più semplici. Per passare da una parte all’altra bisogna utilizzare dei mezzi di trasporto privati, che passano principalmente per due ponti : il primo costruito nel 1983 ed il secondo costruito nel 1989.

Hanno incrementato la crescita della popolazione e delle automobili, o meglio mezzi di trasporto, in circolo per la città di Istanbul. Di recente è stato costruito un terzo ponte seguendo un sistema che danneggia gravemente lo stato Turco e la sua popolazione. Questo sistema funziona così: l’azienda edile costruisce una struttura pubblica in un luogo poco popolato o poco redditizio, per poi sfruttarne gli scarni benefici  e cederla allo stato garante quando diventa non redditizia in modo che il danaro venga poi speso dalla stessa Turchia per ripagare i lavori all’azienda. questo è ciò che sta accadendo per il terzo ponte del Bosforo.

In questo modo l’autore ci svela gli intrighi delle grandi potenze turche, che purtroppo non si fermano solo all’edilizia.

I giornalisti sono costretti a parteggiare per una potenza e scrivere in suo favore. Chi decide di descrivere la realtà dei fatti o denuncia la corruzione di questi sistemi viene incarcerato, oppure il suo canale, o sito, viene chiuso e tutte le sue risorse sequestrate. Perciò è molto difficile che in Turchia si trovi un giornale che racconti la verità. Cinar ci rivela questa scioccante realtà con grande rammarico e chiude l’incontro dandoci poche rosee prospettive per la situazione dei giornalisti in galera, trenta mila circa, ancora in aumento, e per il suo paese in generale.

Emanuela Infante, Tutor Fuorilegge