Molti di voi non avranno neanche sentito parlare delle continue ingiustizie che il popolo bielorusso subisce da ormai 26 anni. Infatti è dal 1994 che l’attuale presidente bielorusso, Lukashenko, è in carica. Il popolo, stanco delle continue avversioni, si è presentato al mondo con delle proteste pacifiche contro il severo regime del Capo di Stato. Quest’anno essendo nominato per la sua sesta carica, al parlamento europeo è sorto il dubbio di una possibile manipolazione dei voti da parte del governo. 

Il 17 Gennaio ad Internazionale Ferrara, le mogli, giornaliste e attiviste, dei candidati al governo hanno spiegato perché unire le forze contro l’attuale situazione in Bielorussia sia importante perchè i diritti fondamentali possano essere rispettati anche verso il popolo. L’attivista Veronika Tsyplakov e la giornalista Hanna Liubakova hanno sottolineato più volte l’importanza della democrazia per il popolo bielorusso. Il regime di Lukashenko è fondamentalmente basato su tre pilastri: la dittatura personalistica di stampo militare, il potere verticale e la Russia. 

Perché la Russia? Da una parte Putin, nonostante i diversi problemi passati con la Bielorussia, sembra non sostenere l’oppressione delle rivolte nelle piazze, dall’altra se si instaurasse una democrazia, il Cremlino potrebbe mandare dei partiti filo russi all’interno del parlamento bielorusso così da poter governare ancora da più vicino la nazione bianco-rossa. 

La popolazione bielorussa sceglie di non schierarsi né dalla parte dell’Europa né da quella russa. Constatata la relazione tra Ucraina e Russia, preferisce ricevere solo la loro democrazia ottenendo così una soluzione “a tre”. Questo accordo viene rifiutato dalla Russia, la quale tenta in più modi di mantenere il controllo parziale sulla Bielorussia.

Oltre ad una crisi sociale, la Bielorussia deve battersi anche con problematiche di tipo economico legate alla povertà nazionale; ancora oggi infatti  il 50% dell’economia bielorussa è in mano allo Stato. La Russia sembra anche molto interessata al PIL del paese; infatti il Cremlino potrebbe essere disposto a offrire compensazioni nel caso le trattative per unificare Russia e Bielorussia andassero a buon fine, ma questo significherebbe perdere l’indipendenza che il popolo ormai da 5 mesi cerca. Come se non bastasse, la Russia è il principale partner commerciale di Minsk, verso cui esporta oltre 12 miliardi di beni l’anno, beni che raggiungono in particolare le casse dello stato e conseguentemente le tasche di Lukashenko (il quale si intasca tutti gli anni migliaia di euro dei suoi concittadini/della sua popolazione)

Nonostante l’oppressione aggressiva da parte di Lukashenko, come riportato dalle intervistate, le proteste continuano ad essere pacifiche poiché, affermano, così sarà più facile instaurare un’eventuale democrazia. 

Per concludere l’incontro le leader delle rivolte gentili hanno chiesto solidarietà da parte di tutti gli Stati, soprattutto quelli europei, e sottolineano che continueranno a protestare finché non vinceranno perchè non vogliono che il territorio bielorusso diventi un grande campo di detenzione. 

Non sanno né quando né come, ma credono nella vittoria della democrazia.

 

Michelle Anago, Agnese Davi – Liceo Ariosto di Ferrara