Si è tenuta oggi, Domenica 2 Ottobre, nel Teatro Nuovo di Ferrara per il Festival di Internazionale, la conferenza riguardante l’innovazione urbana e i beni comuni, moderata da Alessia Meccaferri e avente come ospiti Sheila Foster, Christian Iaione, Massimo Lepore e Joachim Meerkerk.
Il centro di gravità della discussione è stata l’innovazione sociale, il cui punto di partenza è la città, punto focale delle relazioni culturali ed economiche; negli ultimi anni la crisi ha però incrinato questo centro del rinnovamento pubblico e la chiave di volta dei beni comuni sembra prossima a venir meno. Come fare, quindi, a ridare valore a questa comunità?
Prova a risponderci, Sheila Foster, della Fordham university of New York: nella Grande Mela l’attenzione è rivolta soprattutto a coloro che non dispongono dei beni necessari per condurre una vita dignitosa, principalmente concentrati ad Harlem e Bronx. Questi quartieri sono abitati da persone che spesso non hanno modo di utilizzare Internet, che sta diventando fondamentale per studiare e lavorare; durante gli uragani intere comunità rimangono addirittura prive di corrente elettrica. Per sopperire a queste mancanze si sta cercando di favorire la formazione di un polo imprenditoriale attraverso la collaborazione di Stato, privati e comunità stesse, nel tentativo di produrre beni e risorse.
In Italia, rappresentativi del rinnovamento sociale sono stati Christian Iaione e Massimo Lepore. Il primo ha esposto un progetto del laboratorio LabGov dell’università Luiss: il parco di Centocelle è la crocevia di quattro quartieri periferici della capitale, e si trova in condizione di abbandono e perciò la comunità si è sollevata con l’intento di rivalutare l’intero spazio verde, dando nuovo valore agli ambienti archeologici, sfruttandone le enormi potenzialità. Il secondo, della TAMassociati, ha illustrato il (progetto) Taking Care, che si traduce nella totale riprogettazione e ristrutturazione di ambienti abbandonati a sé stessi: è il caso di Casal del Principe, dove un’infrastruttura sequestrata alla camorra è diventata un museo civico.
Joachim Meerkerk ha aggiunto la sua esperienza ad Amsterdam. Nella capitale olandese sono nate in poco tempo numerosissime comunità di rinnovamento sociale, tanto che ogni membro di queste è stato nominato city maker: il loro intento è quello di migliorare la situazione di tutti coloro che hanno bisogno di aiuto, e di dare una nuova vita alla città. Il risultato è che i quartieri ora brulicano di eventi e manifestazioni a sostegno della collettività, circa 2 o 3 per serata.
Questi sono solo esempi delle migliaia di comunità che sono nate e si formato tutt’ora per dare una nuova e reale valorizzazione del bene pubblico, per generare risorse economiche, sociali, culturali e artistiche e per recuperare il culto della bellezza al servizio della cittadinanza. Il concetto di bene comune, se applicato nella sua interezza, racchiude le potenzialità di rivendicare le nostre città in nome della collettività, e di cambiare nel profondo le democrazie moderne.
Giovanni Sette, Stefano Di Perna
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