Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchere con gli amici, andare in giro in sella al suo motorino, le partite a calcetto e ci sono giorni in cui non uscirebbe di casa tanto si sente brutto.
Vive in perfetta armonia con le canzoni contenute nel suo IPod e non c’è niente che gli faccia paura, niente tranne una cosa: il bianco. Il silenzio è bianco, il bianco non è niente, un niente senza parole e senza musica.
Secondo Leo ogni cosa è un colore, Silvia è azzura, come tutti gli amici veri. E lei è la sua migliore amica e il suo angelo custode che ogni giorno, puntualmente, lo salva dal bianco della sua vita.
Il rosso invece è passione, amore, sangue, rosso è il colore dei capelli di Beatrice.
Leo ama Beatrice, lei non lo sa, però lui ha intenzione di dirglielo presto.
Il nuovo supplente di storia e filosofia è nero, ma ha qualcosa che gli brilla negli occhi, qualcosa che fa capire a Leo che questo strano professore non è la solita macchiolina nera in un giorno irrimediabilmente bianco, infatti sarà proprio lui che spronerà Leo a cercare e ad inseguire il suo sogno.
Leo non sa quale sia il suo sogno, ma di una cosa è sicuro: Beatrice ne fa parte, Beatrice è la chiave di tutto, senza Beatrice niente può realizzarsi.
Il suo sogno è rosso e proprio per colpa del bianco il suo bel sogno rosso gli si potrebbe sgretolare tra le mani.
All’improvviso nella vita di Leo tutto diventa bianco, come il sangue di una persona che ha una malattia capace di spegnere, consumare in un attimo tutto il rosso che ognuno di noi ha dentro. Perché Beatrice è ammalata, ha la leucemia, e il bianco che la divora da dentro le porta via anche la cosa più bella che ha: i suoi capelli rosso fuoco.
Ma è proprio grazie a questo mostro bianco che Leo riesce a crescere e a maturare, ma soprattutto è proprio grazie a questo che riesce a capire che i sogni non possono morire, ma possono solo evolvere in qualcosa di più grande, anche se spesso fa male.
Alessandro D’Avenia con questo libro vuole dire ai ragazzi che non bisogna mai arrendersi davanti a nulla perché “proprio quando ci sentiamo più poveri, la vita, come una madre, sta cucendo per noi il vestito più bello.”
È un libro capace di commuovere, ma anche di far sorridere e di donare la speranza che anche nei momenti più bianchi della vita alla fine il rosso arriva sempre.
Ginevra Fortunati, 3 H Scuola Media Peyron
redazione FuoriLegge
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