“ Siamo nati per credere e non per capire”, quale il difficile rapporto tra scienza e immaginazione?
Björn Larsson risponde così alle sollecitazioni della matematica Chiara Valerio e della fisica Gabriella Greison sul tema scienza e letteratura, tenutosi al convento San Francesco domenica 12 marzo in occasione del Dedica festival. Sfociato spesso in digressioni di citazioni autoreferenziali e allusioni a biografie di noti scienziati, interessanti ma poco fruibili da parte di un uditorio accorso per Larsson, la conferenza è risultata così sconnessa e poco focalizzata sul tema preposto.
Il metodo scientifico di ricerca con il quale Larsson rende autentici e credibili i suoi romanzi, fa sorgere nel lettore l’interrogativo se sia davvero così netto il confine tra scienza e letteratura, come l’immaginario collettivo prevede. L’obiettivo, spiega, è quello di creare un racconto verosimile e di stimolare un’immaginazione che appartenga alla sfera del possibile. L’autore propone una letteratura che sfugge all’analisi scientifica, così libera da essere immune da generalizzazioni, per la quale “non esistono ricette” in quanto va utilizzata “per esprimere qualcosa di essenziale sul mondo e sulla vita”.
Björn Larsson dimostra eleganza ed umiltà nel mediare tra gli atteggiamenti e le posizioni contrapposte della Valerio e della Greison, proponendo una visione di più ampio respiro nel possibile rapporto tra letteratura e scienza.
Teresa Fassetta con la collaborazione di Sara Gurizzan
Liceo Grigoletti, Pordenone
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