“Quello di Elina Hirvonen è un documentario che guarda avanti, al futuro, proprio come il logo di Internazionale 2017”.
Boiling point, infatti, è la prima delle proiezioni che questa edizione del Festival ferrarese propone nell’ambito della rassegna Mondovisioni, per invitare a riflettere su varie tematiche di attualità. Il documentario proietta lo spettatore nelle frontiere finlandesi, tra due fazioni, l’una a favore e l’altra contro l’immigrazione, per portare alla luce una situazione problematica che in pochi immaginano possa esserci in un Paese spesso ritenuto “perfetto”.
Al centro della questione c’è il timore della maggior parte degli abitanti finlandesi che le abitudini e sicurezze possano essere sconvolte da quella che loro definiscono “invasione” di stranieri. Persino il cambiamento di un dettaglio apparentemente insignificante, come il numero di armadietto della sauna, turba la routine del tipico finlandese, come si vede dalle primissime scene del documentario. Il cartello con la scritta del movimento Finland First, che alcuni manifestanti ripresi da Elina Hirvonen stringono tra le mani, è testimonianza di questo sentimento nazionalista così radicato.
C’è però chi si oppone alla chiusura dei confini nazionali: dagli anziani frequentatori di un bar all’insegnante di finlandese in pensione. Ad accomunarli è la consapevolezza dei benefici che gli immigrati porterebbero al Paese. Le vaste zone rurali, per esempio, potrebbero riprendere vita grazie all’arrivo di nuove persone, avvenimento che alcuni abitanti, dopo un primo momento di destabilizzazione, cominciano ad apprezzare.
Le due ideologie si scontrano in diverse occasioni, come nelle piazze ghiacciate durante le manifestazioni. La regista, però, lascia intravedere la possibilità di dialogo e confronto, dimostrando che la conoscenza reciproca è l’unica strada possibile per trovare punti in comune.
Beatrice Diana, Liceo classico Vittorio Alfieri di Torino, Esther Dall’Olio, Liceo Ludovico Ariosto di Ferrara
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