Il concorso Lingua Madre è dedicato alle donne straniere, anche di seconda o terza generazione, residenti in Italia che, utilizzando la nostra lingua, vogliono approfondire il rapporto fra identità, radici e molto “altro”.
Una sezione speciale è riservata alle donne italiane che vogliono raccontare storie di donne straniere che hanno conosciuto, amato, incontrato e che hanno saputo trasmettere loro “altre” identità.
Il concorso letterario vuole essere un’opportunità per dar voce a chi abitualmente non ce l’ha, cioè gli stranieri, in particolare le donne che nel dramma dell’immigrazione sono discriminate due volte. L’Accademia Albertina ha partecipato al concorso in un momento in cui l’intolleranza verso gli stranieri era arrivata al culmine. Alcune studentesse tramite foto, il teatro e l’uso della parola hanno cercato di capire come superare le barriere e riflettere sulle differenze.
“Ho avuto il coraggio di togliermi il velo” dice una giovane studentessa marocchina “che per me rappresentava sia la forza di sentirmi parte della mia comunità sia un ostacolo, una rete fra me e il mondo”. Scegliendo di togliersi il velo, una donna dimostra emancipazione e la pretesa di libertà. Tramite una diversa forma d’arte gli artisti senza barriere (ASB) hanno cercato di abbattere i confini dell’ intolleranza mettendo in musica temi come l’ecologia o le droghe. L’obiettivo di questo progetto è far ‘cambiare le lenti’ alle persone in modo da favorire una rivoluzione, che si traduca in libertà.
Chiara Marchesin
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