Dobbiamo prima cambiare noi stessi per cambiare quello che ci circonda.

Sabato 20 maggio 2017, all’interno della graziosa e accogliente libreria Byblos, si è svolto un incontro con lo scrittore Lorenzo Marone, in occasione della pubblicazione del romanzo “Magari domani resto”.

Luce, la protagonista, è un’avvocatessa trentacinquenne che vive nei quartieri spagnoli di Napoli, contesto difficile e ad alto tasso di criminalità. È una donna forte con un grande senso di civiltà, che si indigna e non rimane impassibile davanti alle ingiustizie. Cerca di migliorare il proprio pezzetto di mondo ma è insoddisfatta della sua vita e dell’ambito lavorativo ostico e corrotto.

Trascina con sé dolore e ricordi di dinamiche passate che sono state incisive sul suo modo di essere e sulla sua formazione come persona. Vorrebbe rompere gli equilibri, migliorare il mondo. Non è alla ricerca della felicità ma alla ricerca di sé.

L’irrisoluto dubbio della protagonista, da cui proviene il titolo del romanzo, è questo: andare o restare? Non a livello locativo ma introspettivo: resistere o cedere? Un romanzo pieno di contraddizione. Un percorso narrativo scorrevole ma con una profondità dei personaggi stupefacente. Ogni membro della narrazione ha un carattere forgiato dalla città, attraversa un percorso di formazione che interagisce con il passato. Luce, così tormentata internamente, affronta  tutto con leggerezza ed  ironia.

È un personaggio al bivio della propria esistenza costretta a prendere in mano la propria sorte, conduce una vita che non è la sua, temendo di guardarsi dentro e trovare sé stessa: adesso è il momento di cambiare.

Napoli viene raccontata con occhi diversi: una Napoli viscerale, popolare, colorata, fuori dalla solita retorica. Nonostante l’ambiente degradato nella quale la storia prende vita, i soggetti conducono un’esistenza regolare e non restano inermi di fronte alla realtà perché la speranza è il filo conduttore di tutta la vicenda. Molti sono i personaggi che prendono parte al flusso narrativo della storia influenzandolo.

Un anziano in sedia a rotelle, un cane, un bambino, ma specialmente Primavera: una rondine che Luce trova per le vie della città e inizia ad accudire. Rondine è il tramite che porta al cuore della vicenda: poiché servita e riverita rifiuta di spiccare il volo e preferisce cullarsi tra le proprie abitudini per paura di uscire dalla zona di comfort che si è creata. Noi tutti commettiamo questo madornale errore,  protagonista compresa: ripetere le stesse azioni, ogni giorno, in sequenza. Come le rondini, alla sera, torniamo sotto le nostre pergole, rifugiati tra le attenzioni delle persone che amiamo.

“Ci proviamo tutti a spiccare il volo, per poi la sera ripararci sotto le pergole dei nostri piccoli gesti quotidiani. Essere abitudinari non è così da sfigati. I bambini sono abitudinari. E i cani. Il meglio che c’è in giro”

“Magari domani resto” non è un elogio alle abitudini, alla monotonia, alle ripetizioni ; è un elogio ai gesti quotidiani che ci fanno sentire protetti. Come Primavera e Luce abbiamo paura di trovare noi stessi ma il messaggio dell’autore è questo: non  bisogna condurre una quotidianità che non ci appartiene, se vogliamo condurre la vita che abbiamo sempre desiderato dobbiamo uscire dalla gabbia di abitudini e spiccare il volo.

Alessia Ulloa, Liceo Scientifico Niccolò Copernico