La carta è veramente nemica dell’ambiente come si crede?
Durante l’incontro tenutosi presso la sala azzurra del Salone del libro di Torino si è tenuto il dibattito a tema “Carta e digitale, un’integrazione che sta nei fatti” che ha visto come protagonisti il ricercatore laureato in neuroscienze cognitive Davide Crepaldi, l’opinion maker e youtuber Daniele Selvitella, meglio conosciuto come “Daniele Doesn’t Matter” e Lorenzo Marini presidente dell’agenzia di pubblicità “Lorenzo Marini Group”. L’incontro è stato mediato da Massimo Panarari, docente presso il dipartimento di analisi delle politiche e management all’università Bocconi di Milano.
Il loro obbiettivo era quello di dimostrare che carta e digitale possono convivere nonostante abbiano caratteristiche diverse. Daniele Selvitella è intervenuto riportando la sua esperienza legata al web dando importanza al cartaceo perché celebra il suo vissuto sul web. Infatti libri e giornali sono un ottimo espediente pubblicitario che implica una lettura più impegnata e meno superficiale. Il lettore dà più importanza a ciò che legge in cartaceo rispetto a ciò che legge in digitale. Questo fenomeno è stato spiegato dagli esperti Marini e Crepaldi che hanno analizzato, utilizzando la psicologia, questi due mezzi di comunicazione.
La nostra mente non si concentra pienamente quando la lettura è disturbata da annunci pubblicitari o spam che si trovano in continuazione sui siti internet. Un dato impressionante è che del 70% degli articoli presenti sul web viene letto solo il titolo. Molto spesso sui social gli articoli vengono condivisi senza averne letto il contenuto. Il cartaceo invece ci consente di vedere e rivedere il testo approfondendolo. Un altro difetto del digitale sta nella rapidità con cui le notizie vengono assorbite e per questo il lettore è portato a leggere i contenuti superficialmente. Tutto ciò che si trova in rete è così paragonato alla punta di un iceberg.
Un ulteriore tema trattato è stato quello della spazialità. Nel cartaceo gli spazi sono definiti e immutabili e la nostra mente riesce inconsciamente ad ancorarsi ad essi ricordando anche una piccola frase nel lato sinistro in fondo alla pagina. Questo non è possibile con il digitale in quanto lo spazio davanti ai nostri occhi è costantemente modificabile.
Si è voluto inoltre precisare che spesso il web riporta fake news tra cui un noto luogo comune: la carta distrugge le foreste, quindi è nemica dell’ambiente. Gli esperti hanno sfatato questo mito riportando alcuni dati: il 50% del legno è destinato al riscaldamento, il 28% alla costruzione e solo il 13% alla produzione di carta. Gli alberi piantati sono in numero maggiore rispetto agli alberi utilizzati per la produzione di carta. In soli 90 minuti, l’intera durata dell’incontro, sono stati piantati un numero di alberi che copre la superficie di 37,80 ettari che equivalgono a 94 campi da calcio.
La carta è dunque il mezzo più social della nostra generazione.
Giulia Pietrogrande e Claudia Felloni, Liceo “L. Ariosto”.
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