Adotta uno scrittore 2017
Non posso che ammirare Mario Tagliani e gli altri maestri e maestre, le operatrici e operatori, che svolgono il loro lavoro, con una dedizione che ha qualcosa di santo, dentro al carcere Ferrante Aporti. Non è facile relazionarsi con ragazzi difficile che, per un motivo o per l’altro, sono finiti in quel posto. La carcerazione di un minorenne, mi è stato spiegato, è l’ultima spiaggia per un giudice. Una scelta
“Come si cattura l’attenzione di un quindicenne di oggi? Soprattutto come può farlo uno che ha il triplo dei suoi anni? La risposta è stata ricordarmi com’ero io quando avevo quindici anni e qualcuno veniva a parlare nella mia classe. Io non sopportavo i tromboni, quelli che venivano a farci le lezioni dall’alto della loro esperienza. Il trucco è stato mettermi alla pari con questi ragazzi”. Luigi Bolognini per #adottaunoscrittore all’Istituto
Insieme ai ragazzi che mi hanno adottata ho trascorso sei ore. Tre incontri di due ore. Al termine dell’ultimo, ho pensato: “Peccato che siano stati soltanto tre. Avrei voluto incontrare ancora questi ragazzi”. Ci vedremo al Salone il 22 di maggio, certo, in occasione dell’incontro finale con le altre classi, tuttavia non sarà la stessa cosa. Non potrò più guardarli negli occhi a uno a uno. Mi sono impegnata per
“Oggi sono qui per incontrare 35 studenti di seconda media e la mia missione è convincerli che vale la pena di fare questa fatica: leggere può dare loro l’opportunità di vivere altre cento, mille vite, di condividere la storia dei personaggi diversi da loro e quindi insieme a loro imparare a crescere e soprattutto imparare e a guardarsi dentro”. Sabrina Rondinelli per #adottaunoscrittore all’Istituto Comprensivo Centallo-Villafalletto di Cuneo
Anni di incontri nelle scuole mi hanno insegnato almeno una cosa. Che per la riuscita di un incontro con uno scrittore è necessario che i tre attori in campo, vale a dire ragazzi, insegnanti e autore si armonizzino tra di loro. Tirino il carro nella stessa direzione insomma. Ora questo succede spesso, ma non sempre. Mi è capitato più di una volta di vedere insegnanti che, mentre uno si
Scoprire che Cuneo si chiama così perché il centro assume appunto la forma di un cuneo. Quando l’ho riferito agli studenti, stupefatto, hanno riso. Risata liberatoria, immagino, perché mi facevano più sveglio. Andare a dormire ospite della gentilissima famiglia di un professore, poco fuori Cuneo. (La mattina dopo, quando siamo entrati in città, avevo un’ora abbondante buca prima dell’incontro, così mi sono fatto lasciare in centro a fare quattro passi
C’è sempre un’aria densa, in una classe del liceo. Sarà la poltiglia di sogni e frustrazioni che ogni giovane si porta dietro, ma quell’aria ti pare quasi di poterla toccare, strizzarla tra le mani. Era parecchio che non passavo così tante ore con dei ragazzi, mi ero dimenticato come il tempo si compatti, come ogni minuto abbia il peso di un’ora, qualche volta di un giorno. Loro stanno modellando le
Ecco i risultati del lavoro fatto dagli studenti dell’IIS Umberto I di Verzuolo che che hanno adottato Lorena Canottiere. Potete scaricare qui le sequenze disegnate dai ragazzi in PDF che, come si scrive l’insegnante si sono messi davvero in gioco come sceneggiatori e disegnatori. Scusate ne mancava ancora una che potete scarica qui mentre sotto nella gallary e nella copertina di questo post potete gustarne in anteprima. DAVVERO UN LAVORONE ! Grazie alla
Durante il primo incontro di Valeria Parrella con le studentesse della Scuola Carceraria della Casa Circondariale Lorusso Cotugno di Torino lo spunto per scrivere sono state queste parole: ACQUA, MURO, SOLE, SOGNO, BAMBINO. Sotto trovate i testi scritti dalle studentesse e raccolti dalle insegnanti che li hanno trascritti per noi. Ringraziamo le insegnanti Isabel Lavagno e Silvia Grivet. Le immagini sono invece quelle del cartello che le studentesse hanno disegnato
Io quando entro in classe non mi siedo mai dietro la cattedra, ma sopra la cattedra. Non essendo molto alto, visto dalla prospettiva degli alunni, sono molto buffo. Ho le gambe corte e quindi appaio ancora più piccolo di quanto non sia, tipo un troll, tipo un hobbit. Questa posa che assumo è voluta e pensata, perché so che produco negli altri un certo sentimento. È una tecnica. Voglio che