Salone Off e Salone off 365
Seattle è il luogo in cui è nato e cresciuto, è proprio grazie a Seattle che iniziamo a conoscerlo: Charles D’Ambrosio, maestro della short story ed esperto saggista, il 29 marzo ha iniziato l’incontro alla scuola Holden descrivendo la sua città d’origine. Potremmo aspettarci che ne venga fuori un quadro di serenità e avanguardia, abituati come siamo ad associare questa città americana ai frappuccini di Starbucks e agli smaglianti neurochirurgi
“Una parte di me ha sempre avuto terrore di come la mia mente pensa e si comporta, come se non ne avesse il pieno controllo o come se appartenesse a qualcuno che non sempre è solidale con me. (…). Per questo motivo forse ricordo dove ho visto per la prima volta 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, la fila e il posto in ero seduto, quanti anni avevo. (…)
Tornano anche quest’anno gli appuntamenti del SaloneOff365: un ricchissimo calendario che è già un hashtag, #primaveratorinese e che ci porterà, non senza emozioni, dritti dritti verso il 30° Salone Internazionale del Libro di Torino. Come sempre da tre anni saranno i bookblogger del Liceo Cavour di Torino a seguire per noi questi appuntamenti. Troverete i loro resoconti e le loro foto in questa sezione del blog. Trovate tutte le informazioni
Il 16 maggio alla fondazione Piazza dei Mestieri, si è tenuta la conferenza con il cuoco Giorgio Barchiesi, autore del libro Giorgione. Giorgio è nato a Roma nel 1957 e vive a San Marco di Montefalco, in provincia di Perugia; da ragazzo aveva una forte passione per la veterinaria, tanto che ha lavorato nel settore per parecchi anni, nonostante suo padre fosse contrario: a 18 anni ha lasciato Roma e
Accantonate per un istante la sublime tradizione poetica italiana, quella che ha emesso i suoi primi vagiti con i sonetti di Giacomo da Lentini, impreziosita e ampliata dallo stilnovismo dantesco, interiorizzata dal Romanticismo e dal Decadentismo, svincolata da qualsiasi costrizione metrica durante il Simbolismo, proiettata in una nuova dimensione dal Futurismo, ecc. Provate a pensare ad una poesia che nasce dalla strada, nella società contemporanea, dalle idee di persone
14-V-2016. Oggi siamo alla scuola Holden, a Borgo Dora con Claudilèia Lemes Dias, brasiliana e scrittrice. Il suo libro, “Lingua Madre“, parla di manipolazione e prostituzione trans. Un papà di famiglia frequenta prostituti , ma la moglie lo viene a sapere: lui farà di tutto per nascondere questa sua mania e questo suo esasperato narcisismo: le conseguenze saranno tragiche. Da tener presente che Claudilèia è laureata in psicologia della coppia
Oggi c’è silenzio nel cortile della scuola popolare di musica a Porta Palazzo. La calma prima della tempesta. Comincia a sentirsi il suono di un tamburo, poi due, accompagnati da una miriade di trombe e stumenti a fiato. La musica si fa più forte: ma da dove arriva? da dietro al palco? No. Viene dalle nostre spalle, e ci travolge con una forza e allegria tipici di un solo genere
15-V-2016. Ci troviamo oggi alla Libreria Borgopò, in via Ornato 10, in un cortile ombroso, cinto di piante rampicanti e balconcini, adornati con piante di ogni tipo. L’ideale per l’incontro che ci sta aspettando. Siamo infatti qui per ascoltare Muriel Barbery, autrice de ”L’eleganza del riccio”, che oggi ci presenterà un altro suo recente libro: “Vita degli elfi”. Lei è francese perciò c’è l’interprete (ma noi lo abbiamo studiato alle
Donna. È questa la parola chiave per Loretta Goggi, che domenica 15 maggio ha presentato il suo nuovo libro “Mille donne in me” (Piemme, 2016) nella suggestiva location della libreria “Capo Horn” di Torino, in via Lancia 31/20. Dodici figure femminili legate dal fil rouge della “resilienza”. Una parola difficile che, secondo il Devoto-Oli, è «la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi». Nelle pagine della famosa
Ricordo che quando ero bambina mio padre mi sorprendeva sempre con tutti i suoi travestimenti. Per me era un uomo dai mille volti. Io infatti non avevo un papà uguale a quello delle mie amiche, il mio era in continua trasformazione e, a differenza degli altri, ogni volta mi lasciava senza fiato con la sua voce. Mio padre era Mario Petri. Così, appunto, ricorda suo padre Romana Petri all’inizio dell’incontro